Frasiarzianti's Blog

Le frasi più belle tratte dai libri letti

Archivio per la categoria “La Bibbia e religione, 19 libri”

Caino – Josè Saramago

“Quando il signore, noto anche come dio, si accorse che ad adamo ed eva, perfetti in tutto ciò che presentavano alla vista, non usciva di bocca una parola né emettevano un sia pur semplice suono primario, dovette prendersela con se stesso, dato che non c’era nessun altro nel giardino dell’eden cui poter dare la responsabilità di quella mancanza gravissima.”

“E’ pur vero che, un giorno sì e uno no, e anche quel giorno no con altissima frequenza s’, adamo diceva a eva, Andiamo a letto, ma la routine coniugale, aggravata, nel loro caso, da nessuna varietà nelle posizioni per mancanza di esperienza, già allora si dimostrò altrettanto distruttiva di un’invasione di tarli lì a rodere le travature della casa.”

“Fuori dal giardino dell’eden la terra era arida, inospitale, il signore non aveva esagerato quando aveva minacciato adamo di rovi e cardi. Proprio come altrettanto aveva annunciato, era finita la bella vita.”

“Abele aveva il suo bestiame, caino il suo agro, e, come dettavano la tradizione e il dovere religioso, offrirono al signore le primizie del proprio lavoro, bruciando abele la tenera carne di un agnello e caino i prodotti della terra, un mucchietto di spighe e sementi. il fumo della carne offerta da abele salì in linea retta fino a sparire nello spazio infinito, segno che il signore accettava il sacrificio e se ne compiaceva, mentre il fumo dei vegetali di caino, coltivati con un amore quanto meno uguale, non andò lontano, disperdendosi immediatamente lì, a poca altezza dal suolo, il che significava che il signore lo rifiutava senza alcun riguardo.”

“Ladro lo è tanto colui che va nella vigna quanto chi sorveglia il guardiano, disse caino.”

“Si rallegrò il povero errante, giacchè norma ben nota è che una via di transito, strada, sentiero o carrareccia, finirà per condurre, prima o poi, vicino o lontano, a un luogo abitato dove sia possibile trovare un lavoro, un tetto e un tozzo di pane che ammazzi questa fame.”

“Sotto le parole che pronunci mi accorgo che ce ne sono altre che taci.”

“Il dubbio è il privilegio di chi ha vissuto molto.

“Attento, ragazzo, se mi domandi chi sono stai riconoscendo il mio diritto a voler sapere chi sei tu.”

“In definitiva, mulattieri siamo e per la strada camminiamo. Tutti, tanto i sapienti quanto gli ignoranti.”

“Come tutto, le parole hanno i loro che, i loro come e i loro perché. Alcune, solenni, ci interpellano con aria pomposa, dandosi importanza, come se fossero destinate a grandi cose, e, guarda un po’, non erano altro che una leggera brezza che non sarebbe riuscita a muovere la pala di un mulino, altre, parole comuni, parole solite, parole di tutti i giorni, sarebbero arrivate ad avere, in definitiva, conseguenze che nessuno avrebbe osato prevedere, non è per questo che erano nate, eppure hanno finito per scuotere il mondo.”

“la carne è supinamente debole, e non tanto per colpa sua, giacchè lo spirito, il cui dovere, teoricamente, sarebbe di alzare una barriera contro tutte le tentazioni, è sempre il primo a cedere, a issare la bandiera bianca della resa.”

“Il lettore ha letto bene, il signore ha ordinato ad abramo di sacrificargli proprio il figlio, e il tutto con la massima semplicità, come chi chiede un bicchiere d’acqua quanto ha sete, il che significa che era una sua abitudine, e ben radicata. La cosa logica, la cosa naturale, la cosa semplicemente umana sarebbe stata che abramo avesse mandato il signore a cagare, ma non è andata così.”

“Meglio tardi che mai, rispose l’angelo con prosopopea, come se avesse appena enunciato una verità elementare, Ti sbagli, ma non è il contrario di tardi, il contrario di tardi è troppo tardi, rispose caino.”

“La gelosia è il suo grande difetto, invece di essere orgoglioso dei figli che ha, ha preferito dar voce all’invidia, è chiaro che il signore non sopporta di vedere gente felice.”

“Molti anni dopo si dirà che vi era caduto un meteorite, un corpo celeste, uno dei tanti che vagano nello spazio, ma non è vero, fu la torre di babele, che l’orgoglio del signore non ci consentì di ultimare. la storia degli uomini è la storia dei loro fraintendimenti con dio, né lui capisce noi, né noi capiamo lui.”

“Quanto alla moglie di lot, si guardò indietro disobbedendo all’ordine ricevuto e fu trasformata in una statua di sale. Fino a oggi nessuno è ancora riuscito a capire perché fu castigata in questo modo, quando è così naturale voler sapere cosa succede alle nostre spalle.”

“Ho un pensiero che non mi abbandona, Che pensiero, domandò abramo, Penso che a sodoma e nelle altre città che sono state incendiate c’erano degli innocenti, Se ci fossero stati, il signore avrebbe rispettato la promessa che mi ha fatto di risparmiargli la vita, I bambini, disse caino, quei bambini erano innocenti, Mio dio, mormorò abramo, e la sua voce fu come un gemito, Si, sarà pure il tuo dio, ma non è stato il loro.”

“La via dell’inganno nasce stretta, ma troverà sempre chi sia disposto ad allargarla, diciamo che l’inganno, ripetendo la voce popolare, è come il mangiare e il grattarsi, tutto sta a cominciare.”

“Lucifero sapeva bene ciò che faceva quando si ribellò contro dio, c’è chi dice lo abbia fatto pr invidia ma non è vero, è che lui conosceva a fondo la natura maligna del soggetto.”

“Ora, il signore si nasconde in colonne di fumo come se non volesse farsi vedere. Nella nostra opinione di semplici osservatori degli avvenimenti si vergognerà di qualche figuraccia che ha fatto, come nel caso dei bambini innocenti di sodoma che il fuoco divino arrostì”

“Il signore non sente, il signore è sordo, da ogni dove si levano suppliche, sono poveri, infelici, sventurati, tutti lì a implorare quel soccorso che il mondo gli ha negato, e il signore gira loro le spalle, ha cominciato col fare un’alleanza con gli ebrei e ora ha stretto un patto col diavolo, per questo non valeva la pena che ci fosse dio.”

“Nudo sono uscito dal ventre di mia madre e nudo tornerò in seno alla terra, il signore mi ha dato, il signore mi ha tolto, benedetto sia il nome del signore.”

Paolo Apostolo – G. Ricciotti

“La Grecia, ormai immiserita sotto l’aspetto economico ed anche artistico, non viveva che del suo passato glorioso”

“Anche oggi, dopo tanto pensiero cristiano, non si leggono senza profonda impressione le sentenze di Seneca morale, le Dissertazioni e il Manuale di Epitteto, e le meditazioni dell’imperatore filosofo”

“Ogni giorno muoio, aveva affermato Paolo quando era ancor vivo, e lo stesso può egli ripetere ancor adesso vedendo com’è trattata la sua eredità morale in nome della scienza. Da vivo egli moriva ogni giorno perchè compiva in se stesso le cose mancanti alle tribolazioni del Cristo, e anche adesso egli prosegue in questo compimento perchè la passione del Cristo si prolunga nei secoli sopra il suo corpo mistico.
Ma anche dopo questa rinnovata morte Paolo imita il Cristo suo maestro: ogni volta egli risorge più vivo di prima, o ogni colpo mortale ch’egli riceve si converte per lui in un guadagno. Lo proclama egli stesso incessantemente dal suo sepolcro a Roma, attorno al quale stanno scolpite le sue parole: Per me il morire è un guadagno.”

“Quando, alcuni secoli prima, Paolo passava lunghe serate in quel suo laboratorio da tessitore, in piedi, poggiando appena un braccio sull’angolo del telaio, mentre la sua mano nervosa tormentava incessantemente la barba, e stava là a dettare con faticosa lentezza parola su parola a Terzo, il quale accoccolato a terra in un angolo scriveva con la tavoletta sulle ginocchia e con la lucerna sul pavimento – Paolo in quelle serate fondava la prima università di teologia che abbia avuto il cristianesimo.”

“Testimonio in greco si dice martire; perciò Stefano figurò nella Chiesa come il proto-martire, ossia il primo-testimonio del Cristo. Ma come non pensare a quell’altro testimonio della Legge giudaica, che stava là a lapidare con le mani dei testimoni serviti da lui? Come non scorgere un ideale collegamento fra quel primo testimonio di un ordine nuovo, e quell’ultimo testimonio di un ordine antico?”

“Il viaggio del focoso fariseo alla volta di Damasco fu, nel campo morale, una copia esatta del viaggio del Titanic. Il nocchiero Paolo era incrollabilmente sicuro di sè, dominava la sua rotta, aveva previsto tutto: tutto, salvo l’imprevedibile. Ad un tratto, sulla sua rotta, si profilò una montagna bianca, e contro di essa egli andò a cozzare.”

“La conversione di Paolo è nella storia delle origini cristiane l’avvenimento di maggiore importanza e di conseguenze più decisive dopo la resurrezione di Gesù; anzi, per coloro che considerano – falsissimamente – Paolo come il vero costruttore concettuale del cristianesimo, l’adesione di lui a Gesù segna il vero inizio della nuova fede, mentre la resurrezione di Gesù resta un semplice articolo di quella fede.”

“Le grandi conversioni al Cristo non hanno mai importato la soppressione dell’indole individuale, ma solo la sua sublimazione: la psiche del convertito rimane sostanzialmente quella di prima, soltanto che viene sollevata in una sfera immensamente più alta.”

“Chi era più degno di stringere nel suo pugno il dominio del mondo, un uomo in tali condizioni di spirito oppure il Cesare del Palatino con le sue trenta e più legioni dislocate su tutto il mondo conosciuto? Se il mondo è dominato dall’idea, era più degno Paolo; se è domainato dalla forza, era più degno Cesare.
La Storia, con la sua scelta tra i due, ha dato la risposta.”

“In questo capovolgimento di criteri umani sta tutto il segreto dei successi missionari di Paolo: l’uomo fallisce sempre, ma Dio trionfa sempre. E’ il segreto del discorso della montagna, che troppo spesso non è stato afferrato da critici e filosofi.”

“Con ogni esattezza storica si può affermare che la Chiesa cristiana – nelle sue parvenze esteriori – è stata concepita e formata in seno alla sinagoga giudaica, e che per un certo tempo la vita della prima è rimasta conglutinata con la vita della seconda, sebbene fosse una vita vita del tutto propria e nettamente indirizzata ad una totale indipendenza. L’ultimo legale, che un ancora alla madre la figlia già nata, fu l’osservanza dei riti prescritti dalla Legge di Mosè: troncato questo legame, la Chiesa acquistò vita autonoma del tutto indipendente dalla Sinagoga.
Chi osò praticare questo troncamento, di conseguenze incalcolabili per la storia dell’umanità, fu Paolo. Egli dunque, sotto questo aspetto, fu il maieutico della Chiesa.”

“Un ostacolo maggiore di questo indifferentismo Paolo non trovò mai altrove. Delle gelosie dei Giudei egli si compiaceva; delle violenze dei pagani si rallegrava; ma l’inerte indifferenza degli Ateniesi lo snervò, pari ad esperto nocchiere che si mantiene indomito tra l’infuriare d’una tempesta ma resta abbattuto da una fiaccante bonaccia.”

“I Romani, pratici di legge, sanno che la legge costringe l’uomo soltanto finchè vive”

“…come egli allora stava contemplando Roma dai Colli Albani, così un trentennio prima Gesù aveva contemplato Gerusalemme dal Monte degli Olivi pochi giorni prima della sua morte; se allora Gesù aveva pianto, adesso il suo apostolo sorrideva, ma l’antico pianto del maestro giustificava adesso il sorriso del discepolo.”

“Quel corpo sanguinolento fu poi incurvato, in maniera che protendesse il collo. Un ordine del centurione: un lampo della spada: un tonfo. La testa balzò poco distante; il corpo si afflosciò in un lago di sangue.
Gruda sghignazzanti s’alzarono dal gruppo dei Giudei; una pace serena si diffuse sui visi dei fratelli cristiani.
Questa fu la morte di Paolo di Tarso, giudeo per sangue, cittadino romano per diritto, anticamente maestro della Legge mosaica per libera elezione, successivamente apostolo del Vangelo cristiano per superna vocazione. Ognuna di queste sue quattro prerogative fu rispecchiata nella sua morte.”

“Nell’interno della basilica sta ritta la millenaria torre più salda dell’acciaio, il morto tuttora vivo, che lancia incessantemente al mondo intero il suo messaggio di spirito.”

“Oggi cristianesimo significa in massima parte Paolo, come civiltà umana significa in massima parte cristianesimo: l’uomo veramente civile, consciamente o no e in misura più o meno grande, è oggi seguace di Paolo.”

“Quasi sterile è il tentativo da lui fatto nel centro della sapienza umana, all’Areopago di Atene…”

“L’unico vero libro composto da Paolo è dunque la sua vita, nel quale libro le pagine sono le opere da lui compiute, e di tratto in tratto tra queste pagine si trovano alcune note delucidative che sono le lettere. L’argomento di tutto il libro è designato dalle stesse parole di lui: Siate imitatori di me, come anch’io di Cristo.

Secondo libro di Samuele – La Bibbia

“Ah il tuo splendore, Israele,
giace trafitto sulle tue alture!
Come mai sono caduti i forti?” (1,19)

“L’arco di Gionata mai conobbe la fuga
nè mai la spada di Saul fu brandita invano” (1,22)

“Come mai sono caduti i forti
in mezzo alla battaglia” (1,25)

“Il Signore degli eserciti è Dio d’Israele e la stirpe del tuo servo Davide sussisterà stabilmente davanti a te. Perchè tu, o Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai fatto questa rivelazione a me, tuo servo, dicendomi: Io edificherò a te una casa” /7,26)

“In seguito Davide battè i Filistei e li sottomise. Davide tolse il dominio della capitale. Percosse pure i Moabiti: li fece stendere per terra, poi li misurò con una corda: due misure le destinò alla morte, e lasciò in vita una misura intera” (8,1)

“Davide rispose: Ho digiuntao e pianto in favore del bambino, mentre era vivo, perchè pensavo: forse il Signore avrà pietà di mee il bambino potrà vivere. Ma ora che il fanciullo è morto, perchè dovrei digiunare? Potrei forse farlo ritornare? E’ più facile che vada io dov’è lui; ma egli non tornerà più a me” (12,22)

“Il Signore è mia rocca,
mia fortezza e mio liberatore
è il mio Dio, mi rifugio in lui,
mia rupe, mio scudo, mio uomo di salvezza,
mia cittadella e mio baluardo” (22,2)

“Nell’angoscia invocai il Signore,
al mio Dio levai la mia prece;
dal suo tempio egli udì la mia voce,
il suo orecchio raccolse il mio grido” (22,7)

“Tutti i suoi precetti,
tenni davanti ai miei occhi,
non respinsi da me nessuna sua legge;
irreprensibile vissi al suo sguardo,
tenendomi lontano da ogni iniquità.” (22,23)

“Tu salvi la schiera degli umili,
e fai abbassare gli occhi ai superbi” (22,28)

“Chi è sicurezza e rigugio per noi,
fuorchè il nostro Dio?” (22,32)

Primo libro di Samuele – La Bibbia

“Sicchè nel giro di un anno ella, che aveva concepito, dette alla luce un figlio, al quale pose nome Samuele, perchè diceva: “Io l’ho chiesto al Signore” (1,20)

“Il mio cuore esulta in te, Signore:
tu, mio Dio, m’hai fatto rialzare la fronte,
mi hai dilatato la bocca contro i miei nemici,
perchè ora posso gioire del tuo soccorso” (2,1)

“E il Signore che dà la morte e la vita,
conduce al sepolcro e di là richiama.
Il Signore è colui che fa poveri e ricchi
il Dio che umilia ed esalta.” (2,6)

“D’ora in avanti io onorerò chi mi onora, e coloro che mi disprezzeranno saranno trattati come nulla” (2,30)

“Il Vanto d’Israele non mentisce, nè mua consiglio; egli non è uomo, perchè abbia a pentirsi” (15,29)

“Dio non apprezza solo ciò che vede l’uomo: l’uomo vede le apparenze, ma il Signoe vede nel cuore.” (16,7)

“Or, uscì dall’accampamento dei Filistei un gigante, di nome Golia, originario di gat: era alto sei cubiti e una spanna, portava in testa un elmo di bronzo, er era protetto da una corazza a scaglie, il cui peso raggiungeva i cinquemila sicli di bronzo, aveva dei gambali di bronzo e un giavellotto pure di bronzo tra le spalle” (17,4)

“Allora il Filisteo si mosse per farsi incontro a Davide; ma Davide, più svelto, corse contro il Filisteo, cacciò la mano nella sua sacca da pastore, tirò fuori un sasso e lo scagliò con la sua fionda, colpendo il Filisteo in fronte. La pietra penetrò nella fronte di Golia, che cadde bocconi a terra.” (17,48)

“Al contratio: quale è la parte di chi va alla battaglia, tale è la parte di chi resta ai bagagli: si faranno parti uguali. E da quel giorno in poi questo divenne in israele una legge e un uso che dura fino al presente.” (30,24)

 

I vizi capitali – Tommaso D’Aquino

“Septem sunt principalia vitia, scilicet  inanis gloria, invidia, ira, tristitiaavaritia, ventris ingluvies, luxuria”
(sette sono i principali vizi, cioè la vanagloria, l’invidia, l’ira, la tristezza o accidia, l’avarizia, l’ingordigia del ventre, la lussuria)

“Illa ergo dicuntur capitalia vitia que habent quosdam fines principaliter secundum se appetibiles ut sic ad huiusmodi fines alia vitia ordinentur”
(Dunque si dicono vizi capitali quelli che hanno certi fini appetibili principalmente di per sè, in modo che, così, gli altri vizi si ordinano a tali fini.)

“Ignorantia vero est quedam nescientia, eorum scilicet que homo natus est scire et debet”
(L’ignoranza invece è una certa nescienza di quelle cose che l’uomo può naturalmente sapere e deve sapere)

“Nam nichil aliud est superbire quam superexcedere propriam mensuram in excellentie appetitu”
(infatti insuperbirsi non è niente altro che andare oltre la propria misura nel desiderio di superiorità)

“Ergo superbia est in irascibili”
(Dunque la superbia è nell’irascibile)

“humilitas et sapientia inveniuntur in eodem homine in quantum humilitas ad sapientiam disponit, quia qui humilis est subicit se sapientibus ad addiscendum et non innititur sensui proprio”
(L’umiltà e la sapienza si torvano nel medesimo uomo, in quanto l’umiltà dispone alla sapienza, poichè chi è umile si sottomette ai sapienti per imparare e non si appoggia alla propria opinione)

“Illud quod impedit hominem a fide, per quam acceditur ad Deum, est peccatum. Huiusmodi autem est appetitus humane glorie dicitur enim Io. V”Quomodo potestis credere qui gloriam que est ab invicem accipitis et gloriam que a solo Deo est non queritis”. Ergo inanis gloria est peccatum”
(Ciò che distoglie l’uomo dalla fede, per la quale si aderisce a dio, è peccato. Ma tale è il desiderio della gloria umana; si dice infatti in Giovanni (V,44) Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?. Dunque la vanagloria è peccato.)

“Et tunc semper actus humanus qui non refertur in Deum sicut in finem est peccatum mortale.”
(In conclusione, l’atto umano che non si dirige a Dio come fine (ultimo) è sempre peccato mortale.)

“Tertio queritur de filiabus inanis glorie, que sunt inobedientia, iactantia, ypocris, contentio, pertinacia, discordia, novitatum presumptio.”
(La terza questione circa le figlie della vanagloria che sono la disobbedienza, la millanteria, l’ipocrisia, la contesa, la caparbietà, la discordia, la pretesa di novità)

“unde quod aliquis de felicitate alterius tristetur, hoc manifeste repugnat caritati, in quantum per eam diligitur proximus”
(Perciò il fatto che qualcuno si rattristi della felicità altrui manifestamente si oppone alla carità, in quanto per essa amiamo il prossimo)

(Onde questa è la differenza tra chi invidia e chi odia: chi invidia non si rattrista del bene altrui, fuorchè se per questo venga superato o perda la singolarità della propria gloria; chi odia, invece, si rattrista di qualunque bene del nemico.)

(poichè l’invidia è tristezza per la gloria altrui, in quanto è intesa come un certo male, ne consegue che l’uomo per invidia tende a fare disordinatamente alcune cose contro il prossimo; e in base a ciò l’invidia è un vizio capitale)

(non è infatti veramente bene ciò che non è bene sotto tutti gli aspetti)

(Dunque tale tristezza ed esecrazione, o disgusto del bene spirituale e divino, è l’accidia, che è un peccato specifico.)

(Inoltre accade che se qualcuno contro la sua volontà è obbligato a dei beni spirituali che lo rattristano, in primo luogo nutre, invero, uno sdegno contro i superiori o contro quelle persone, quali esse siano, che ve lo obbligano, e questo è il rancore; in secondo luogo, invece, nutre sdegno e odio anche contro gli stessi beni spirituali, e questo propriamente è la malizia)

(L’ira che predomina sulla ragione non è naturale per l’uomo, ma è per lui naturale che l’ira sia al servizio della ragione)

“Se l’ira è desiderio di vendetta in quanto è veramente giusta, allora l’ira sarà buona e virtuosa e si chiama ira per zelo; invece se è desiderio di vendetta, la quale è giusta in apparenza e non veramente giusta, allora l’ira è un peccato.)

“Capitis enim non est capud”
(Ciò che ha un capo infatti non è capo)

(…fissa le sei figlie dell’ira che sono: le risse, la tracotanza, gli insulti, il clamore, l’indignazione, le bestemmie)

(l’avarizia, secondo ciò che risulta dalla prima imposizione del suo nome, significa una disordinata cupidigia di denaro)

(e di questo vizio Gregorio fissa sette figlie che sono il tradimento, la frode, la bugia, lo spergiuro, l’inquietitudine, le violenze e l’indurimento del cuore contro la misericordia)

(prestare denatro a interesse è peccato mortale, e non è peccato perchè è proibito, ma, piuttosto, è proibito perchè è in sè peccato: infatti è contro la giustizia naturale)

(Quando dunque uno presta del denaro a patto che gli sia restituito quel denaro integralmente e in più, per l’uso di quel denaro, vuole avere un certo compenso, è evidente che vende separatamente l’uso del denaro e la stessa sostanza del denaro; ma l’uso del denaro, come è stato detto, non è altro dalla sua sostanza, onde egli vende ciò che non esiste, ossia vende due volte la stessa cosa, cioè lo stesso denaro il cui uso consiste nel suo consumo, e ciò è manifestamente contro l’essenza della giustizia naturale)

(Ora, tra tutte le passioni la cosa più difficile è ordinare il piacere secondo la ragione e soprattutto i piaceri naturali, che sono compagni della nostra vita; e tali sono i piaceri nei cibi e nelle bevande senza i quali la vita umana non si può sostentare; e perciò riguardo a tali piaceri per lo più ci si allontana dalla regola della ragione. Dunque quando la brama di tali piaceri trasgredisce la regola della ragione c’è il peccato della gola, onde si dice che la gola è una brama sregolata di mangiare)

(Onde il primo peccato dell’uomo non fu la gola, ma la disobbedienza o la superbia)

(Dunque la gola è un peccato capitale e le sue figlie sono cinque, come dice Gregorio nel commento morale a giobbe, cioè: la sciocca allegria, la scurrilità, il multiloquio, l’impurità e l’ottusità della mente nell’intendere)

(Tutti i peccati vengono dall’ubriachezza non in quanto loro origine come causa finale, ma in quanto essa costituisce l’eliminazione di ciò che li impedisce, in quanto cioè mette da parte il giudizio della ragione, in virtù del quale l’uomo si trattiene dal peccare)

(Ora il fine dell’uso degli organi genitali è la generazione e l’educazione della prole, e perciò ogni uso dei predetti organi che non è proporzionato alla generazione della prole e alla dovuta sua educazione è in sè disordinato)

(Così, dunque, ogni atto di lussuria è un peccato sia a causa del disordine dell’atto, sia anche a causa del disordine del solo desiderio, disordine che appartiene , in primo luogo e per sè, alla lussuria)

(Le specie della lussuria sono la fornicazione, l’adulterio, l’incesto, lo stupro, il ratto, il vizio contro natura)

(…e così c’è la fornicazione, che è unione sessuale di un uomo libero con una donna libera: questa espressione deriva da fornix, cioè da arco di trionfo, perchè vi si riunivano per spettacoli di tal genere le donne che si prostituivano)

(Ora il piacere sessuale, che è il fine della lussuria, è il più forte tra i piaceri corporei, e perciò la lussuria si deve ritenere un vizio capitale: e sono otto le sue figlie: cioè l’accecamento della mente, irriflessione, incostanza, precipitazione, amore di sè, odio di Dio, attaccamento al mondo presente e disperazione del mondo futuro…)

Gesù di Nazaret – Papa Benedetto XVI

“Gesù si identifica col bambino – Egli stesso si è fatto piccolo. Come Figlio non fa niente da sè, ma agisce totalmente a partire dal Padre e in vista di Lui.”

“La Chiesa saluta il Signore nella santa Eucaristia come Colui che viene ora, che è entrato in mezzo ad essa. E al contempo Lo saluta come Colui che rimane sempre il Veniente e ci prepara alla sua venuta. Come pellegrini andiamo verso di Lui; come pellegrino Egli ci viene incontro e ci coinvolge nella sua ascesa verso la croce e la risurrezione, verso la Gerusalemme definitiva che, nella comunione col suo Corpo, già si sta sviluppando in mezzo a questo mondo.”

“La violenza non instaura il regno di Dio, il regno dell’umanesimo”

“Il rifiuto di Gesù, la sua crocifissione, significa allo stesso tempo la fine di questo tempio. L’epoca del tempio è passata. Arriva un nuovo culto in un tempio non costruito da uomini. Questo tempio è il suo corpo – il Risorto che raduna i popoli e li unisce nel Sacramento del suo corpo e del suo sangue. Egli stesso è il nuovo tempio dell’umanità. La crocifissione di Gesù è al contempo la distruzione dell’antico tempio. Con la sua risurrezione inizia un nuovo modo di venerare Dio, non più su questo o quell’altro monte, ma in spirito e verità.”

“Gesù non viene come distruttore, non viene con la spada del rivoluzionario. Viene col dono della guarigione.”

“Ciò che fino a quel momento erano stati i sacrifici, viene sostituito dallo spezzare il pane. Dietro questa semplice parola, però, si nasconde l’accenno all’eredità dell’ultima cena, alla comunione nel corpo del Signore – alla sua morte e alla sua risurrezione.”

“La croce è e resta il segno del Figlio dell’uomo: la verità e l’amore, nella lotta contro la menzogna e la violenza, non hanno altra arma, in fin dei conti, che la testimonianza della sofferenza.”

“Gli elementi cosmici passano; la parola di Gesù è il vero firmamento, sotto il quale l’uomo può stare e restare.”

“In un atto simbolico, Gesù illustra l’insieme del suo servizio salvifico. Si spoglia del suo splendore divino, si inginocchia, per così dire, davanti a noi, lava ed asciuga i nostri piedi sporchi, per renderci capaci di partecipare al banchetto nuziale di Dio.”

“La fede purifica il cuore. Essa deriva dal volgersi di Dio verso l’uomo. Non è semplicemente una decisione autonoma degli uomini. La fede nasce, perchè le persone vengono toccate interiormente dallo Spirito di Dio, che apre il loro cuore e lo purifica.”

“La vita eterna l’uomo la trova mediante la conoscenza – presupponendo con ciò il concetto veterotestamentario di conoscere, secondo cui conoscere crea comunione, è un’essere tutt’uno con il conosciuto. Ma naturalmente non qualsiasi conoscenza è la chiave della vita, bensì il fatto he conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.”

“Gesù è morto nellora in cui nel tempio venivano immolati gli agnelli pasquali.”

“Il Monte degli ulivi, tuttavia, è lo stesso di allora. Chi lì si trattiene, si trova davanti ad un culmine drammatico del mistero del nostro Redentore: qui Gesù ha sperimentato l’ultima solitudine, tutta la tribolazione dell’essere uomo. Qui l’abisso del peccato e di tutto il male gli è penetrato nelpiù profondo dell’anima. Qui è stato toccato dallo sconvolgimento della morte imminente. Qui il traditore lo ha baciato. Qui tutti i discepoli lo hanno lasciato. Qui Egli ha lottato anche per me.”

“Nessuno da sè è abbastanza forte per percorrere la via della salvezza fino alla fine. Tutti hanno peccato, tutti hanno bisogno della misericordia del Signore, dell’amore del Crocifisso.”

“Dalla croce viene incontro agli uomini una vita nuova. Sulla croce, Gesù diventa fonte di vita per sè e per tutti. Sulla croce, la morte viene vinta.”

“Non sono state le parole della Scrittura a suscitare il racconto di fatti, ma i fatti in un primo tempo incomprensibili hanno condotto ad una nuova comprensione della Scrittura.”

“Nell’estrema angoscia la preghiera diventa necessariamente un grido.”

“La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti.”

“Così il racconto della risurrezione diventa per se stesso ecclesiologia: l’incontro con il Signore risorto è missione e dà alla Chiesa nascente la sua forma.”

“Nel gesto delle mani benedicenti si esprime il rapporto duraturo di Gesù con i suoi discepoli, con il mondo. Nell’andarsene Egli viene per sollevarci al di sopra di noi stessi ed aprire il mondo a Dio. Per questo i discepoli poterono gioire, quando da Betania tornarono a casa. nella fede sappiamo che Gesù, benedicendo, tiene le sue mani stese su di noi. E’ questa la ragione permanente della gioia cristiana.”

La malattia mortale – Kierkegaard

“A molti forse questa forma di svolgimento apparirà strana e troppo rigorosa per essere edificante, e troppo edificante per essere rigorosamente scientifica. Quanto a quest’ultimo argomento, io non ne ho opinione alcuna. Quanto al primo, invece, la mia opinione non è quella; e se la forma fosse troppo rigorosa per essere edificante, questo, secondo il mio modo di vedere, sarebbe un difetto. Una cosa è se il libro può essere edificante per tutti, giacchè non tutti dispongono dei presupposti necessari per seguirlo, un’altra cosa se ha un carattere edificante. Perchè dal punto di vista  cristiano tutto, proprio tutto dev’essere edificante: quel genere di rappresentazione scientifica che non finisce per edificare è, proprio per questo, non cristiano. Tutto ciò che è cristiano deve somigliare, nella forma di rappresentazione, alla diagnosi di un medico al letto di un malato; quantunque soltanto l’esperto possa capirla, non bisogna mai dimenticare dove ci si trova.”

“Ogni conoscenza cristiana, per quanto rigorosa ne sia la forma, dev’essere ansiosa; e quest’ansia è per l’appunto ciò che edifica, essa è il rapporto con la vita, con la personalità reale e perciò, cristianamente parlando, la serietà, la sublimità indifferente della scienza, dal punto di vista cristiano, è lontano dall’essere più seria, anzi è celia e vanità.”

“Non è perchè Lazzaro fu risuscitato dai morti che si può dire che questa malattia non è mortale; è perchè c’è Lui che questa malattia non è mortale.”

“La disperazione è un pregio o un difetto? Da un punto di vista puramente dialettico è l’uno e l’altro. Se ci si volesse fermare sul pensiero astratto di disperazione senza pensare a una persona disperata, si dovrebbe dire: è un pregio immenso. La possibilità di questa malattia è la prerogativa dell’uomo di fronte all’animale; e questa prerogativa lo distingue in tutt’altro modo che non l’andatura eretta, poichè idica che egli è infinitamente eretto ed elevato, cioè che è spirito. La possibilità di questa malattia è la prerogativa dell’uomo di fronte all’animale; rendersi conto di questa malattia è la prerogativa del cristiano di fronte al pagano; esser guarito da questa malattia è la beatitudine del cristiano.”

“Quindi cadere nella malattia mortale è non poter morire, ma non come se ci fosse la speranza della vita, anzi, l’assenza di ogni speranza significa qui che non c’è nemmeno l’ultima speranza, quella della morte. Quando il maggior pericolo è la morte, si spera nella vita; ma quando si conosce il pericolo ancora più terribile, si spera nella morte. Quando il pericolo è così grande  che la morte è divenuta la speranza, la disperazione è l’assenza della speranza di poter morire.
In quest’ultimo significato la disperazione è chiamata la malattia mortale: quella contraddizione tormentosa, quella malattia nell’io di morire eternamente, di morire eppure di non morire, di morire la morte.”

“…perchè avere un io, essere un io, è la più grande concessione fatta all’uomo, ma, nello stesso tempo, è ciò che l’eternità pretende da lui.”

“Il caso raro non è che uno sia disperato; no, è raro, rarissimo che uno in verità non lo sia.”

“Ah si parla tanto di pene e di miserie umani: io cerco di comprenderle, ne ho visto anche diversi casi da vicino; si parla tanto di vite sciupate: ma sciupata è soltanto la vita di quell’uomo che la lasciava passare, ingannato dalle gioie o dalle preoccupazioni della vita, in modo che non diventò mai, in una decisione eterna, consapevole di se stesso come spirito, come io, oppure – il che vuol dire lo stesso – non si rese mai conto, non ebbe mai, nel senso più profondo, l’impressione che esiste un Dio e che egli, egli stesso, il suo io, sta davanti a questo Dio, impressione equivalente alla conquista dell’infinità che non si raggiunge se non attraverso la disperazione.”

“…mondanità vuol dire proprio attribuire alle cose senza importanza un valore infinito.”

“Vedendo intorno a sè la folla degli uomini, affaccendandosi con ogni sorta di affari mondani, imparando come vanno le cose del mondo, un tale uomo dimentica se stesso, dimentica che cosa egli è in un senso divino, non osa più credere in se stesso, trova che sia troppo rischioso essere se stesso, è molto più facile e più sicuro essere come gli altri, diventare una scimmiotatta, un numero fra gli altri nella folla.”

“Pregare è pure respirare; e la possibilità è per l’io ciò che l’ossigeno è per la respirazione. Ma come l’uomo non può respirare soltanto l’ossigeno nè soltanto l’azoto, così il respiro della preghiera non può dipendere nè dalla sola possibilità nè dalla sola necessità. perchè si possa pregare bisogna che ci sia un Dio, un io, e la possibilità, opure un io o la possibilità nel senso preciso, perchè Dio è che tutto è possibile e che tutto è possibile è Dio; e soltanto colui il cui essere fu talmente scosso che, comprendendo che tutto è possibile, è diventato spirito, soltanto lui è entrato in rapporto con Dio. Che la volontà di Dio è il possibile fa si che io possa pregare; se essa fosse soltanto il necessario, l’uomo sarebbe essenzialmente muto come l’animale.”

“Il bisogno della solitudine è sempre un segno che in un uomo c’è dello spirito, e offre la misura per determinare questo spirito.”

“Può accadere però che egli, proprio quando si è aperto davanti a un altro, si dispera per questo, che gli sembra dovesse essere suo dovere preferire infinitamente di resistere nel silenzio anzichè far conoscere il suo stato d’animo a un altro.”

“Il peccato è: davanti a Dio o avendo l’idea di Dio, disperatamente non voler essere se stesso, o disperatamente voler essere se stesso.”

“…ma che accento infinito cade sull’io nel momento in cui riceve come misura Dio.”

“Si è detto tante volte che gli uomini si scandalizzano del cristianesimo perchè ècosì cupo e oscuro, se ne scandalizzano perchè è così severo e via dicendo; bisogna però una volta per sempre mettere perfettamente in chiaro che la vera ragione per cui l’uomo si scandalizza del cristianesimo è che questo è troppo alto, che la sua misura non è la misura dell’uomo, che vuol fare dell’uomo qualcosa di così straordinario da non poter essere accolto da mente umana.”

“Allora che cos’è lo scandalo? Lo scandalo è ammirazione infelice; è perciò una specie di invidia, ma un’invidia che si rivolge contro l’uomo stesso, in un senso più stretto: è la peggiore forma di invidia contro se stesso. La grettezza di cuore dell’uomo naturale non può non invidiare a se stesso lo straordinario che Dio gli ha voluto concedere; perciò si scandalizza.”

“E ora pensiamo al cristianesimo! Oh certamente, chi lo difende non ci ha mai creduto. Se egli crede, l’entusiasmo della fede è, non una difesa, anzi è l’attacco, è la vittoria: un credente è un trionfatore.”

“Che risultato eccellente ha conseguito la cristianità! Se non si fosse mai sentita una parola del cristianesimo, gli uomini non sarebbero così presuntuosi, come, infatti, non è mai stato il paganesimo; ma siccome le idee cristiane sono state divulgate in un modo così poco cristiano, la gente se ne serve per nutrire la massima saccenteria, se pure non ne abusa in altro modo egualmente sfacciato. Infatti, non è argomento per un epigramma che il bestemmiare non era ancora in uso nel paganesimo mentre invece è diffusissimo nel mondo cristiano? che il paganesimo pronunciava il nome di Dio con un certo orrore, col timore del mistero, quasi sempre con grande solennità, mentre nel mondo cristiano il nome di Dio è forse la parola che ricorre più spesso nella conversazione di ogni giorni, e in ogni modo è la parola che si usa con la maggiore spensieratezza e trascuranza, perchè il povero Dio rivelato 8il quale è stato abbastanza incauto e imprudente da rivelarsi invece di tenersi nascosto come fanno sempre i personaggi distinti) è divenuto un personaggio troppo conosciuto in tutta la popolazione, al quale rende già un servizio straordinario andando qualche volta in chiesa, dove uno viene elogiato dal pastore che lo ringrazia in nome di Dio per l’onore della visita e lo onora col titolo di devoto e punzecchia invece un poco la gente che non rende mai a Dio l’onore di andare in chiesa?”

“Come peccatore l’uomo è separato da Dio dall’abisso più profondo della qualità. E, naturalmente, Dio è separato dall’uomo  dall’abisso della stessa qualità; quando rimette i peccati.”

“Chi siede in una vetrina non è così penosamente esposto agli sguardi della gente come ogni uomo nella sua trasparenza davanti a Dio.”

“Se Cristo ti è stato annunziato, è scandalo il dire: non ne voglio avere opinione alcuna.”

“…nella prima parte fu stabilita la formula per lo stato in cui non c’è nessuna disperazione: mettendosi in rapporto con se stesso e volendo essere se stesso, l’io si fonda, trasparente, nella potenza che l’ha posto. E questa formula , come abbiamo spesso rammentato, è la definizione della fede.”

La vittoria della ragione – Rodney Stark

“Nel secolo scorso, gli intellettuali occidentali si sono rilevati più che disponibili a rintracciare nel cristianesimo le origini dell’imperialismo europea, ma non a riconoscere che esse avesse contribuito in qualche modo (se non con l’intolleranza) alla capacità di dominio dell’Occidente. Piuttosto, si diceva che l’Occidente fosse balzato in avanti proprio quando aveva superato le barriere che la religione aveva opposto al progresso, in particolar modo quelle che impedivano lo sviluppo della scienza. Sciocchezze. Il successo dell’Occidente, inclusa la nascita della scienza, si appoggiò interamente su fondamenta religiose e venne determinato da devoti cristiani.”

“Tra i principali credi religiosi, però il cristianesimo fu l’unico a sviluppare un’opposizione morale alla schiavitù e, nel VII secolo circa, cominciò un’importante azione di opposizione religiosa nei confronti di essa.”

“La teologia è un ragionamento formale su Dio”

“Scienza e religione non solo erano compatibili, ma addirittura inseparabili, e la scienza nacque grazie a studiosi cristiani profondamente religiosi.”

“La scienza occidentale nacque dalla entusiastica convinzione che l’intelletto umano potesse penetrare i segreti della natura.”

“L’idea occidentale di individualismo fu sostanzialmente una creazione cristiana.”

“L’idea che l’Europa fosse precipitata in secoli bui venne creata ad arte da intellettuali antireligiosi e accaniti anticattolici del XVIII secolo che, determinati ad affermare lasuperiorità culturale della loro epoca, la magnificavano denigrando i secoli precedenti.”

“Gibbon scrisse Declino e caduta dell’Impero Romano in inglese, non in latino. Voltaire scrisse esclusivamente in francese, Cervantes in spagnolo, Machiavelli e Leonardo in italiano. Questo fu possibile solamente perchè gigangi del medioevo come Dante o Chaucer, gli anonimi autori delle chanson de geste e i monaci che, a partire dal IX secolo si dedicarono a scrivere le vite dei santi in francese, diedero a queste lingue una forma letteraria. In questo modo, venne normata e divulgata la prosa in lingua volgare. Ecco quanto riuscirono a fare l’analfabetismo e l’ignoranza dei secoli bui.”

“Capitalismo è un sistema economico in cui società di proprietà privata, relativamente ben organizzate e stabili svolgono attività commerciali complesse all’interno di un mercato relativamente libero (non regolato), con un approccio sistematico e a lungo termine all’investimento e ak reinvestimento della ricchezza (direttamente o indirettamente) in attività produttive che coinvolgono l’assunzione di forza lavoro e sono guidate da rendimenti anticipati e reali.”

“La strada che condusse all’epoca moderna non si aprì improvvisamente nel Rinascimento e non scaturì dalla testa di Zeus. la civiltà occidentale si sviluppò in modo progressivo nei molti secoli che seguirono la caduta di Roma: i cosiddetti Secoli bui furono un periodo di totale illuminazione, sia nella sfera materiale sia in quella intellettuale, che, insieme alle dottrine cristiane dell’uguaglianza morale, diede luce a un mondo interamente nuovo fondato sulla libertà politica, economica e personale.”

“Il successo dell’occidente dipese dal sorgere di società libere che costituirono rifugi sicuri per il capitalismo degli albori. Anche in questo, il cristianesimo giocò un ruolo fondamentale, gettando le basi morali per la democrazia, ben oltre tuttò ciò che i filosofi classici avevano immaginato.”

“Fu la tirannide e non il cattolicesimo, a impedire lo sviluppo del capitalismo in Francia e Spagna e a soffocarlo in Italia e nei Paese Bassi meridionali.”

“Non ci vuole molto intuito per spegare perchè ogni anno un numero enorme di immigranti clandestini entri negli Stati Uniti dal Messico. Chi non vorrebbe fuggire da una povertà estrema con la prospettiva di prendere parte alla ricchezza norteamericana? E non è necessario un gran discernimento neanche per spiegare il motivo che ha permesso al Nuovo mondo a nord del Rio grande di offuscare, in termini di potenza economica, persino l’Europa; a differenza dei territori a sud in cui tutto langue. Il Nord America, infatti, fu plasmato dall’Inghilterra, mentre l’America latina ricalcò la società spagnola.”

“Una delle cose che ci è stato chiesto di indagare è che cosa ha permesso il successo, o meglio, il primato dell’Occidente su tutto il resto del mondo. Abbiamo studiato tutte le possibilità da un punto di vista storico, politico e culturale. All’inizio abbiamo pensato che fosse perchè voi avevate armi più potenti delle nostre. Poi abbiamo ritenuto che voi aveste un sistema politico migliore. Poi ci siamo concentrati sul vostro sistema economico. Ma negli ultimi vent’anni abbiamo compreso che il cuore della vostra cultura è la vostra religione:il cristianesimo. Ecco perchè l’Occidente è così potente. Le basi morali cristiane della vita sociale e culturale sono state ciò che ha permesso l’emergere del capitalismo e poi la riuscita transizione verso politiche democratiche. Non abbiamo alcun dubbio in proposito” (intellettuale cinese)

Luce del mondo – Benedetto XVI, Seewald

“Ha voluto – Papa Giovanni Paolo II – mantenermi nel mio incarico. Mentre si avvicinava il mio 75esimo compleanno, il raggiungimento del limite di età in cui si rassegnano le dimissioni, mi disse: non è nemmeno necessario che Lei scriva la lettera, perchè io la voglio con me sino alla fine. Questa è stata la benevolenza grande e immeritata che egli ha avuto nei miei confronti sin dall’inizio. Aveva letto il mio libro introduzione al cristianesimo. Per lui, evidentemente, una lettura importante.”

“Oggi dobbiamo imparare nuovamente che l’amore per il peccatore e l’amore per la vittima stanno nel giusto equilibrio per il fatto che io punisco il peccatore nella forma sensibile e appropriata.”

“Era evidente che l’azione dei media non fosse guidata solamente dalla pura ricerca della verità, ma che vi fosse anche un compiacimento nel mettere alla berlina la Chiesa e, se possibile, screditarla. E tuttavia era necessario che fosse chiaro questo: sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti. La verità, unita all’amore inteso correttamente, è il valore numero uno. E poi i media non avrebbero potuto dare quei resoconti se nella Chiesa stessa il male non ci fosse stato. Solo perchè il male era dentro la Chiesa, gli altri hanno potuto rivolgerlo contro di lei.”

“Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più. Ma non si può scappare proprio nel momento del pericolo e dire: se ne occupi un altro.”

“Sono cose purtroppo semplicemente radicate nella condizione di peccatore dell’uomo che esiste anche nella Chiesa Cattolica e che ha portato a questi terribili risultati.
E’ tuttavia pure importante non perdere di vista anche tutto il bene che avviene grazie alla Chiesa Cattolica; considerare quante persone vengono sostenute nella sofferenza, quanti malati e quanti bambini ricevono assistenza, quanto aiuto viene dato. Penso che non dobbiamo minimizzare il male – dobbiamo ammetterne con sofferenza l’esistenza – ma anche rendere visibile ed essere altrettanto riconoscenti per tutta la luce irradiata dalla Chiesa Cattolica.”

“Il matrimonio monogamico è il fondamento su cui poggia la civiltà dell’Occidente. Se crolla, crolla un elemento essenziale della nostra cultura.”

“E la conoscenza è potere. Significa che se conosco posso anche disporre. la conoscenza ha portato potere, ma in modo tale che con quel potere noi possiamo distruggere quel mondo del quale ormai siamo convinti di sapere tutto.”

“Dovrebbe avere luogo un grande esame di coscienza. Cos’è veramente progresso? E’ progresso quando posso distruggere? E’ progresso quando posso creare, selezionare ed eliminare esseri umani? Com’è possibiledominare il progresso dal punto di vista etico? Ma non sono solo i criteri del progresso che dovrebbero essere ripensati. Accanto alla conoscenza e al progresso, c’èanche l’atro concetto fondamentale della modernità: la libertà, che è intesa come libertà di poter fare tutto.
Da questo pensiero si origina la pretesa secondo cui la scienza non è scindibile. il che significa che quello che si è in grado di fare, si deve anche poterlo fare. Ogni altra cosa sarebbe contraria alla libertà. E’ vero? Credo che non sia vero. vediamo che il potere dell’uomo è cresciuto immensamente. Quello che però non è cresciuto di pari passo è il suo potenziale etico.”

“Certo, perchè stiamo vivendo a spese delle generazioni future. Così vediamo che viviamo nella menzogna. Viviamo per l’apparenza, e trattiamo i grandi debiti come fossero qualcosa che fa parte di noi. E anche qui: in teoria tutti comprendono che sarebbe necessario un ravvedimento per riconoscere nuovamente cosa è effettivamente possibile, cosa si è capaci di fare, cosa è permesso fare. Eppure non si riesce a far breccia nel cuore degli uomini.”

“Noi non possediamo mai la verità.Nel migliore dei casi è lei a possedere noi.”

“Quando, ad esempio, in nome della non discriminazione si vuole costringere la Chiesa Cattolica a cambiare la propria posizione riguardo all’omosessualità o all’ordinazione sacerdotale delle donne, questo significa che non le è più consentito vivere la propria identità, ergendo invece un’astratta religione negativa a tirannico criterio ultimo, al quale tutti devono piegarsi. E questa sarebbe la libertà, per il solo fatto che libererebbe da tutto quello che è venuto prima.
In realtà si tratta di uno sviluppo che conduce sempre più a una rivendicazione intollerante da parte di una nuova religione che pretende di essere valida per tutti perchè razionale, anzi perchè è la ragione stessa che tutto conosce e che quindi stabilisce i criteri che devono essere determinati per ognuno.
La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa.”

“Nessuno è costretto a essere cristiano. Ma nessuno deve essere costretto a vivere secondo la nuova religione , come se fosse l’unica e vera, vincolante per tutta l’umanità.”

“L’essere cristiano non deve ridursi a una specie di elemento arcaico che in qualche modo conservo, ma che vivo parallelamente alla modernità. L’essere cristiano è esso stesso qualcosa di vivvo, di moderno, che attraversa, formandola e plasmandola, tutta la mia modernità, e che quindi in un certo senso veramente la abbraccia”

“Proprio questa era una delle cose che stava più a cuore a Giovanni Paolo II: far comprendere con chiarezza che guardiamo a Cristo che viene; che quindi Colui che è venuto è molto di più anche Colui che viene, e che in questa prospettiva noi viviamo la fede rivolti al futuro.”

“Non preoccuparti del domani, a ciascun giorno basta la sua pena.”

“Non siamo un centro di produzione, non siamo un’impresa finalizzata al profitto, siamo Chiesa. Siamo una comunità di persone che vive nella fede. Il nostro compito non è creare un prodotto o avere successo nelle venite. Il nostro compito è vivere esemplarmente la fede, annunciarla, e mantenere in un profondo rapporto con Cristo, e così con Dio stesso, non un gruppo d’interesse, ma una comunità di uomini liberi che gratuitamente dà e che attraversa nazioni e culture, il tempo e lo spazio.”

“Le decisioni sulle persone sono difficili perchè nessuno può guardare nel cuore dell’altro e nessuno è esente da errori.”

“E’ importante che l’uomo sia anima nel corpo, che come corpo sia veramente se stesso e che a partire da qui concepisca il corpo positivamente e la sessualità come un dono positivo. Attraverso di essa l’uomo partecipa all’opera creatrice di Dio. E’ un grande compito scoprire questa concezione positiva e custodire questo tesoro che ci è stato affidato.”

“Essere uomini è come una scalata di montagna, con ripide salite, ma è solo attraverso di esse che raggiungiamo le cime e possiamo sperimentare la bellezza dell’essere.”

“Mi sono semplicemente detto che sono quel che sono. Non cerco di essere un altro. Quel che posso dare dò, e quel che non posso non cerco nemmeno di darlo. Non tento di fare di me qualcosa che non sono. Sono stato eletto – cosa di cui sono colpevoli i cardinali – e faccio quello che posso”

“Da un punto di vista giornalistico il viaggio in Africa è stato del tutto oscurato da un’unica mia frase. Mi è stato chiesto perchè la Chiesa Cattolica, relativamente all’AIDS, assumesse una posizione irrealistica ed inefficace. Così mi sono sentito veramente sfidato, perchè la Chiesa fa più di tutti gli altri. E continuo a sostenerlo; perchè la Chiesa è l’unica istitutzione veramente vicina alle persone, molto concretamente: nel prevenire, nell’educare, nell’aiutare, nel consigliare e nello stare a fianco; e perchè come nessun altro si cura di tanti malati di AIDS e, in particolare, di tantissimi bambini colpiti da questa malattia.”

“La Chiesa fa più degli altri perchè non parla solo dal pulpito dei giornali, ma aiuta i fratelli e le sorelle sul posto. In tale contesto non avevo preso posizione sul problema dei profilattici in generale, ma ho soltanto detto quello che poi ha suscitato tanto risentimento: che non si può risolvere il problema con la distribuzione dei profilattici. Bisogna fare molto di più. Dobbiamo stare vicini alle persone, guidarle, aiutarle, e questo anche prima che si ammalino”

“E poi naturalmente tocca sempre il cuore visitare i luoghi dell’Annunciazione, quello della Natività, quello della Crocifissione, il Sepolcro.”

“Di certo sono anche deluso; perchè, soprattutto nel mondo occidentale, c’è questa riluttanza per la Chiesa; perchè la secolarità si rende sempre più autonoma, sviluppa modalità che allontanano sempre più gli uomini dalla fede. Sono deluso perchè la tendenza generale del nostro tempo è di opposizione alla Chiesa. Credo però che questa sia anche la situazione cristiana, la lotta fra due tipi di amore. E’ statosempre così. Una volta è più forte una parte, una volta l’altra.”

“La chiesa diviene visibile agli uomini in molte cose: nella Caritas, nei progetti missionari, ma il luogo del quale se ne fa realmente maggiore esperienza come Chiesa, è la liturgia. … La liturgia è l’atto nel quale crediamo che Lui viene tra noi e noi lo tocchiamo. E’ l’atto nel quale si compie l’essenziale: entriamo in contatto con Dio. Egli viene a noi e noi veniamo illuminati da Lui”

“La Bibbia va letta con lo stesso spirito con cui fu scritta. Dev’essere letta nella sua interezza, nella sua unità. E questo è possibile unicamente se la si considera come libro del Popolo di Dio che procedendo va incontro a Cristo.”

“In effetti abbiamo bisogno, in certo qual modo, di isole, nelle quali viva e dalle quali si diffonda la fede in Dio e la profonda semplicità del Cristianesimo; oasi, arche di noè, nelle quali l’uomo può sempre trovare rifugio.”

“Il bene viene prima dei beni”

Introduzione al cristianesimo – J. Ratzinger

“All’estati tetra e distruttiva della droga, dei ritmi martellanti della musica moderna, del frastuono e dell’ebbrezza si oppone l’estasi splendente della luce, del gioioso incontro nel sole di Dio.”

“Attaccato alla croce – ma la croce non attaccata a nulla, che va fluttuando sull’abisso. La situazione in cui versa oggi il credente non si potrebbe descrivere con maggiore esattezza ed efficacia. Solo una povera tavola librata sul nulla sembra ancora sostenerlo; e tutto dà a vedere che egli debba fare i conti col momento in cui dovrà affogare. Solo una misera traversa di legno lo lega ancora a Dio; ma, nonostante tutto, egli l’abbraccia senza mai staccarsene, sapendo come alla fin fine quel legno sia ancor più forte del nulla che ribolle sotto di lui, che però resta pur sempre l’incombente vera minaccia sospesa sul suo presente.”

“Come succede al credente, sempre mezzo soffocato dall’acqua deldubbio spruzzatagli continuamente in bocca dall’oceano, così esiste sempre anche per l’incredulo il dubbio sulla sua incredulità, sulla reale totalità del mondo che egli ha fermamente deciso di dichiarare come il tutto.”

“non si sfugge al dilemma di essere uomini.”

“Credere vuol dire avere deciso che nel cuore stesso dell’esistenza umana c’è un punto che non può essere alimentato e sostenuto da ciò che è visibile e percettibile, ma dove s’incontra l’invisibile,sicchè quest’ultimo gli diviene quasi tangibile, rivelandosi come una necessità inerente alla sua esistenza stessa.”

“La fede non è mai stata semplicemente un adattamento spontaneo all’inclinazione dell’esistenza umana; è stata invece sempre una decisione che chiama in causa il nucleo più profondo dell’esistenza, che ha sempre richiesto dall’uomo una conversione, ottenibile unicamente tramite una risoluta determinazione.”

“Ogni essere umano deve in qualche modo credere”

“C’è religione in fondo non nel ritiro solitario del mistico, ma solo nella comunità di chi annuncia e chi ascolta.”

“Non coerceri maximo, contineri tamen a minimo, divinum est”

“La dottrina ecclesiale, così come ci viene insegnata nella formula Dio uno e trino, comporta in definitiva la rinuncia a qualsiasi scappatoia e il fermo permanere nel mistero, che per l’uomo è insondabile. In realtà questa professione di fede rappresenta unicamente la rinuncia, l’unica vera, alla presunzione della saccenteria che rende tanto seduttrici le soluzioni comode, con la loro falsa modesti.”

“La sua crocifissione è la sua regalità, la sua regalità sta nell’avere dato se stesso agli uomini, sta nell’identità di parola, missione ed esistenza che si realizza proprio nel sacrificio di tale esistenza. La sua esistenza è così la sua parola. Egli è Verbo, parola, perchè è amore.”

“Quelle braccia spalancate sono espressione di preghiera anche e soprattutto in quanto esprimono la completa dedizione agli uomini, sono il gesto dell’abbraccio, della piena e indivisa fraternità”

“Essere cristiani significa essenzialmente il passaggio dell’essere per se stessi all’essere gli uni per gli altri.”

“Emerge con chiarezza come, nel mondo degli uomini, non ci sia alcun bianco-nero e come, nonostante l’ampia scala delle sfumature, tutti si trovino, in un modo o nell’altro, nell’ambiguità”

“Essere cristiani non significa adempiere un determinato dovere e magari ostentare una particolare perfezione, persino oltre la misura prestabilita dai propri obblighi. Cristiano è piuttosto colui che ha la consapevolezza di vivere, dovunque e comunque, innanzitutto dei doni che ha ricevuto; colui che sa che la vera giustizia può stare unicamente nell’essere a sua volta un donatore, simile al mendicante che, grato per quanto ha ricevuto, ridistribuisce con generosità agli altri. Colui che si limita a esser giusto, conteggiando col bilancino, colui che pensa di procurarsi da solo una veste irreprensibile e di poter così costruirsi tutto da sè, è un ingiusto.”

“Dio non cerca vitelli e capri, bensì l’uomo; solo il libero sì dell’uomo a Dio può essere la vera adorazione. A Dio appartiene tutto, all’uomo però è data la libertà del sì e del no, dell’amore e del rifiuto; il libero sì dell’amore è l’unica cosa che Dio deve attendersi – l’adorazione e il sacrificio che soli possono aver senso.”

“Si può cercare di sfuggire ai problemi semplicemente negandoli, oppure si può cercare di risolverli prendendoli di petto. la prima via è certo più comoda, ma soltanto la seconda fa progredire.”

“La vera paura dell’uomo può essere superata non con l’intelletto, bensì coltanto grazie alla presenza di una persona che gli voglia bene.”

“Il cielo va definito come il toccarsi fra la natura dell’uomo e la natura di Dio.”

“Nel Simbolo la chiesa viene chiamata santa non perchè i suoi membri siano, insieme e singolarmente, santi, uomini senza peccato: questo pio sogno, che rispunta in ogni secolo, non trova assolutamente posto nel vigile mondo del nostro testo, per quanto esprima in maniera commovente un anelito dell’uomo, che non può abbandonarlo sinchè un nuovo cielo e una nuova terra non gli doneranno realmente ciò che il tempo presente non gli concederà mai.”

“La chiesa, infatti, non è per lo più là dove si organizza, si riforma, si dirige, bensì è presente in coloro che credono con semplicità, ricevendo in essa il dono della fede che diviene per loro fonte di vita.”

“Invece di limitarci a denigrare il passato, dovremmo soprattutto mostrarci pronti a accogliere l’appello del presente, cercando di non limitarci a confessare la cattolicità nel Credo, ma di realizzarla nella vita del nostro mondo dilaniato.”

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