Caino – Josè Saramago
“Quando il signore, noto anche come dio, si accorse che ad adamo ed eva, perfetti in tutto ciò che presentavano alla vista, non usciva di bocca una parola né emettevano un sia pur semplice suono primario, dovette prendersela con se stesso, dato che non c’era nessun altro nel giardino dell’eden cui poter dare la responsabilità di quella mancanza gravissima.”
“E’ pur vero che, un giorno sì e uno no, e anche quel giorno no con altissima frequenza s’, adamo diceva a eva, Andiamo a letto, ma la routine coniugale, aggravata, nel loro caso, da nessuna varietà nelle posizioni per mancanza di esperienza, già allora si dimostrò altrettanto distruttiva di un’invasione di tarli lì a rodere le travature della casa.”
“Fuori dal giardino dell’eden la terra era arida, inospitale, il signore non aveva esagerato quando aveva minacciato adamo di rovi e cardi. Proprio come altrettanto aveva annunciato, era finita la bella vita.”
“Abele aveva il suo bestiame, caino il suo agro, e, come dettavano la tradizione e il dovere religioso, offrirono al signore le primizie del proprio lavoro, bruciando abele la tenera carne di un agnello e caino i prodotti della terra, un mucchietto di spighe e sementi. il fumo della carne offerta da abele salì in linea retta fino a sparire nello spazio infinito, segno che il signore accettava il sacrificio e se ne compiaceva, mentre il fumo dei vegetali di caino, coltivati con un amore quanto meno uguale, non andò lontano, disperdendosi immediatamente lì, a poca altezza dal suolo, il che significava che il signore lo rifiutava senza alcun riguardo.”
“Ladro lo è tanto colui che va nella vigna quanto chi sorveglia il guardiano, disse caino.”
“Si rallegrò il povero errante, giacchè norma ben nota è che una via di transito, strada, sentiero o carrareccia, finirà per condurre, prima o poi, vicino o lontano, a un luogo abitato dove sia possibile trovare un lavoro, un tetto e un tozzo di pane che ammazzi questa fame.”
“Sotto le parole che pronunci mi accorgo che ce ne sono altre che taci.”
“Il dubbio è il privilegio di chi ha vissuto molto.
“Attento, ragazzo, se mi domandi chi sono stai riconoscendo il mio diritto a voler sapere chi sei tu.”
“In definitiva, mulattieri siamo e per la strada camminiamo. Tutti, tanto i sapienti quanto gli ignoranti.”
“Come tutto, le parole hanno i loro che, i loro come e i loro perché. Alcune, solenni, ci interpellano con aria pomposa, dandosi importanza, come se fossero destinate a grandi cose, e, guarda un po’, non erano altro che una leggera brezza che non sarebbe riuscita a muovere la pala di un mulino, altre, parole comuni, parole solite, parole di tutti i giorni, sarebbero arrivate ad avere, in definitiva, conseguenze che nessuno avrebbe osato prevedere, non è per questo che erano nate, eppure hanno finito per scuotere il mondo.”
“la carne è supinamente debole, e non tanto per colpa sua, giacchè lo spirito, il cui dovere, teoricamente, sarebbe di alzare una barriera contro tutte le tentazioni, è sempre il primo a cedere, a issare la bandiera bianca della resa.”
“Il lettore ha letto bene, il signore ha ordinato ad abramo di sacrificargli proprio il figlio, e il tutto con la massima semplicità, come chi chiede un bicchiere d’acqua quanto ha sete, il che significa che era una sua abitudine, e ben radicata. La cosa logica, la cosa naturale, la cosa semplicemente umana sarebbe stata che abramo avesse mandato il signore a cagare, ma non è andata così.”
“Meglio tardi che mai, rispose l’angelo con prosopopea, come se avesse appena enunciato una verità elementare, Ti sbagli, ma non è il contrario di tardi, il contrario di tardi è troppo tardi, rispose caino.”
“La gelosia è il suo grande difetto, invece di essere orgoglioso dei figli che ha, ha preferito dar voce all’invidia, è chiaro che il signore non sopporta di vedere gente felice.”
“Molti anni dopo si dirà che vi era caduto un meteorite, un corpo celeste, uno dei tanti che vagano nello spazio, ma non è vero, fu la torre di babele, che l’orgoglio del signore non ci consentì di ultimare. la storia degli uomini è la storia dei loro fraintendimenti con dio, né lui capisce noi, né noi capiamo lui.”
“Quanto alla moglie di lot, si guardò indietro disobbedendo all’ordine ricevuto e fu trasformata in una statua di sale. Fino a oggi nessuno è ancora riuscito a capire perché fu castigata in questo modo, quando è così naturale voler sapere cosa succede alle nostre spalle.”
“Ho un pensiero che non mi abbandona, Che pensiero, domandò abramo, Penso che a sodoma e nelle altre città che sono state incendiate c’erano degli innocenti, Se ci fossero stati, il signore avrebbe rispettato la promessa che mi ha fatto di risparmiargli la vita, I bambini, disse caino, quei bambini erano innocenti, Mio dio, mormorò abramo, e la sua voce fu come un gemito, Si, sarà pure il tuo dio, ma non è stato il loro.”
“La via dell’inganno nasce stretta, ma troverà sempre chi sia disposto ad allargarla, diciamo che l’inganno, ripetendo la voce popolare, è come il mangiare e il grattarsi, tutto sta a cominciare.”
“Lucifero sapeva bene ciò che faceva quando si ribellò contro dio, c’è chi dice lo abbia fatto pr invidia ma non è vero, è che lui conosceva a fondo la natura maligna del soggetto.”
“Ora, il signore si nasconde in colonne di fumo come se non volesse farsi vedere. Nella nostra opinione di semplici osservatori degli avvenimenti si vergognerà di qualche figuraccia che ha fatto, come nel caso dei bambini innocenti di sodoma che il fuoco divino arrostì”
“Il signore non sente, il signore è sordo, da ogni dove si levano suppliche, sono poveri, infelici, sventurati, tutti lì a implorare quel soccorso che il mondo gli ha negato, e il signore gira loro le spalle, ha cominciato col fare un’alleanza con gli ebrei e ora ha stretto un patto col diavolo, per questo non valeva la pena che ci fosse dio.”
“Nudo sono uscito dal ventre di mia madre e nudo tornerò in seno alla terra, il signore mi ha dato, il signore mi ha tolto, benedetto sia il nome del signore.”