“Si lo sono. E’ non è tanto per non ammazzare la gente, quanto che non sopporto la vita di caserma, dormire con un branco di uomini che russano e poi essere svegliato da un cazzone che suona la tromba, e non mi va di indossare una ruvida camicia verde-oliva. Ho la pelle molto sensibile”
“Le uniche mie gioe erano mangiare, bere birra e andare a letto con Sarah. Non quel che si dice gran vita, ma tocca ccontentarsi”
“Anche un pochino di vita ti è cara, quando sei alla fine della vita”
“Voglio dire, quando sei ubriaco, la fortuna t’ha da assistere per forza, anche se non sei nato fortunato, la fortuna t’ha da aiutare”
“Che significa sposarsi? il matrimonio è solo la scopata santificata, e una scopata santificata finisce sempre, immancabilmente, per venire a noia, per essere un lavoro, ma è ben questo che il mondo vuole: che un povero figlio di puttana, in trappola e felice, abbia il suo lavoro da svolgere”
“Le donne non mancano mai quando bevi e stai allegro e te ne freghi e ci hai un sacco di soldi”
!Qualsiasi cosa, del resto, è una perdita e spreco di tempo: tranne fottere di gusto o creare qualcosa di buono o guarire o correr dietro a una specie di fantasma-amore-felicità, tanto tutti finiamo nel mondezzaio della sconfitta: chiamala morte, chiamala errore.”
“In sostanza tutti quanti, dal primo all’ultimo, chi in un modo chi in un altro, tutti sono convinti di aver trovato il sistema per vincere.”
“Hemingway, lui aveva i suoi tori, a me, datemi solo un cavallo. per me è la prima cosa”
“La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel pò”
“A casa mia trovai una pinta di whiskey, la bevvi, bevvi quattro barattoli di birra e scrissi il prezzo per la rubrica. Trattava dìuna mignotta da un quintale che m’ero scopato a Filadelfia. Ne venne fuori un discreto pezzo. ne corressi gli errori di macchina, poi mi feci una sega e andai a letto”
“Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare”
“Ma del resto non m’intendo di politica, è una truffa. Alla fine la storia ci si fotte, a tutti quanti. A me, m’aveva fregato in anticipo: cucinato e condito, fottuto e fatto fuori”
“I giornalisti sono la geniapiù vile che c’è. Perfino quelli che vanno a frugare fra la mondezza hanno più anima di loro, ma senz’altro”
“I pesci piccoli se la pigliano sempre nel culo. Così è scritto nella storia”
“Mi guardai intorno. Non c’era nessuna donna, lì in quel caffè. Ripiegai sulla cosa che sta al secondo posto in graduatoria: sollevai il mio bicchiere e lo scolai”
“Sicchè a me mi toccava andare a fare quattro passi lungo la spiaggia. Per fortuna era ancora presto e non ero costretto a contemplare quella vasta distesa di umanità sprecata, corpi pigiati a fianco a fianco, quelle cose di carne vomitosa, merdosa e cancerosa. Non ero costretto a vederli passeggiare su e giù con i loro orrendi corpi e le loro vite vendute – senza occhi, senza voce, senza niente, e senza saper niente – solo merda, feccia della feccia, sudiciume”
“Il sole stava sorgendo. il mondo si destava. Certuni si svegliavano coi postumi della sbornia. Certi altri, con pensieri di chiesa. Perlopiù però dormivano ancora. Era domenica.”
“Nella società del denaro, il denaro è magia”
“Il giaio con i soldi è di due tipi: averne troppi o averne troppo pochi”
“Bèh l’età non è mica una colpa”
“Tornai in cucina e bevvi dell’altra birra. Poi accesi la tivù. gente di carta. gente di vetro. mi pareva di diventare matto e la spensi. Bevvi dell’altra birra. Poi mi bollii due uova e mi frissi due fette di pancetta. Riuscii a mangiare. Certe volte te ne scordi. il sole filtrava dalle tende. Bevvi per tutto il giorno. Buttavo i vuoti nella mondezza. Il tempo passava.”
“In camera tua è meglio, senz’altro, ma l’esperienza insegna che, se bevi da per te, fra quattro mura, mica duri: non solo, quelle quattro pareti ti opprimono e, quindi, danno una mano agli oppressori tuoi, e invece, non bisogna dar loro una vittoria troppo facile. ci vuole un certo dosaggio, fra solitudine e folla, un certo equilibrio ecco il trucco, per non finire tra quattro pareti imbottite”
“E tu sei paranoico!
come no? quale persona sana di mente non lo è?”
“Seguitavo a cercar di ricordare cosa avevo fatto. mi veniva da piangere, ma non ci riuscivo. provavo solo un’amara stanchezza, una nausea triste: quando ti senti giù, che più a terra non potresti. mi capite cosa intendo. ognuno di voi l’avrà provata, qualche volta. a me capita spesso di provarla, troppo spesso.”
“Io aspettavo che Harvey cadesse lungo steso, a furia di bere. Mi rodeva il culo: mi stava alle calcagna, un bicchiere ogni due miei, e ancora si reggeva in piedi. Non capita spesso”
“La razza umana mi ha sempre disgustato. Ciò che, in sostanza, me la rende disgustosa è la malattia dei rapporti familiari, il che include il matrimonio, scambio di potere e aiuti, cosa che, come una piaga, come una lebbra, poi diviene: il tuo vicino di casa, il tuo quartiere, la tua città, la tua contea, la tua patria…tutti quanti che s’abbrancano stronzamente gli uni agli altri, nell’alveare della sopravvivenza, per paura e stupidità animalesca”
“Chi gioca i piazzati è uno che avrebbe preferito restare a casa, ma poi è andato lo stesso alle corse”
“Prima di frequentare gli ippodromi e quando ancora non era cominciata l’epoca dell’irrealtà sterilizzata e dell’innacquamento dei cervelli alla tivù, lavoravo come magazziniere, in una fabbrica di lampadari e affini, e, ben sapendo che le biblioteche non servono a niente e che i poeti sono tanti fasulli lagnosi, io facevo le mie scuole nei caffè e nelle arene di pugilato”
“la metà del salario se ne va in tasse e tributi, l’altra metà, in automobili, insulsi televisori, mogli stupide e assicurazioni varie”
“Spesso lo stato della cucina riflette lo stato della mente. gli uomini confusi e insicuri, d’indole remissiva, sono dei pensatori. le loro cucine sono come le loro menti, ingombre di rifiuti, stoviglie sporche, impurità, ma essi sono coscienti del loro stato mentale e ne vedono il lato umoristico. a volte, presi da uno slancio focoso, essi sfidano le eterne deità e si danno a metter ordine nel caos, cosa che a volte chiamiamo creazione; così pure a volte, mezzo sbronzi, si danno a pulire la cucina. ma ben presto tutto torna nel disordine e loro a brancolare nelle tenebre, bisognosi di pillole e preghiere, di sesso, di fortuna e salvazione. l’uomo con la cucina sempre in ordine è, invece, un maniaco, diffidatene. lo stato della sua cucina e quello della sua mente coincidono: costui, così preciso e ordinato, si è in realtà lasciato condizionare dalla vita e la sua mania per l’ordine, dentroo e fuori, è solo un avvilente compromesso, un complesso difensivo e consolatorio. basta che l’ascolti per dieci minuti e capisci che lui, in vita sua, non dirà mai altro che cose insensate e noiose. è un uomo di cemento.”
“S’incomincia a salvare il mondo salvando un uomo alla volta. tutto il resto è magniloquenza romantica e politica.”
“Vi sono brave donne a questo mondo, io ne ho persino conosciuto due o tre. poi ci sono le altre, un altro genere”
“Camminavo sotto il sole, chiedendomi che fare. Cammina e cammina, mi pareva di essere arrivato in capo al mondo, distrattamente”
“La storia umana avanza lentamente. per me, m’accontento di stare alla finestra”
“Ci azzittiamo, e il problema aleggia intorno a noi. frattanto, i bassifondi sono pieni di gente disincantata, emarginata; i poveri crepano all’ospedale perchè i medici scarseggiano, per loro; le prigioni sono tanto piene di gente perduta e smarrita che non bastano le cuccette e i carcerati dormono per terra; non tutti possono vivere di carità; e i manicomi sono pieni zeppi perchè una società che adopera la gente come pedine…
è dannatamente piacevole essere un intellettuale o uno scrittore e osservare tutte queste quisquili, fintanto che non è il tuo culo preso a zampate. Ecco una cosa che non va con gli intellettuali e gli scrittori: sono sensibili solo alle loro gioie e ai loro dolori. il che è normale ma schifoso”
“Quando fai una mossa tutto dovrebbe essere matematicamente previsto”
“Andai a prendere dell’altra birra, ci sedemmo. si sentiva, da fuori, la radio della stupida squadra volante. due giovanotti di 22 anni, con pistole e manganelli, si accingevano a prendere una decisione immediata, arbitri di duemila anni di idiota, omosessuale, sadica cristianità.
si sentivano a loro agio 8non c’è da stupirsi) nei loro giubbotti neri imbottiti, perlopiù i poliziotti provengono dai ceti medi inferiori, sono dei servi, non gli manca la bistecca, hanno una moglie con un culo e un par di gambe così così, una piccola casa tranquilla in via della Merda: sono pronti ad ammazzarti per dimostrare che Los Angeles aveva ragione. la portiamo dentro, signore, spiacentissimi, signore, ma è il nostro dovere, signore.
duemila anni di cristianità e che abbiamo ottenuto? poliziotti che cercano di tenere insieme una merda che va in putrefazione, e che altro? guerre a non finire, bombardamenti, grassatori per le strade, rapine, gente accoltellata, tanti pazzi che ne hai perduto il conto, non ci fai più caso, lasci che vadano in scorribanda per le strade, in divisa da polizziotto oppure no”
“Solo una testa di cazzo ha una risposta per ogni domanda e una sporta di consigli”
Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba a tomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina”
“Ammettiamolo, i giganti di un tempo se ne sono andati e non son sopraggiunti altri giganti a rimpiazzarli. forse dipende dai tempi che corrono. da quest’epoca vietnamita, da quest’epoca africana, epoca araba”
“Quando un uomo indossa quella divisa diviene il tutore stipendiato dell’ordine vigente. è pagato per far sì che nulla cambi. se a te va bene come stanno le cose, allora tutti i poliziotti sono buoni. se invece non ti piace come stanno le cose, allora per te sono tutti cattivi. c’è qualcosa che è tutto cattivo. ma la peste è intrisa di questa filosofia sterile e marcia e non rinuncerà mai alle sue teorie. incapace di pensare, la peste si attacca alla gente: sinistramente e per sempre”
“Lavoravo quel tempo dodici ore ogni notte, dio mi perdoni e dio perdoni dio”
“L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: provi un senso di benessere, quando gli sei vicino”
“l’erba rende semplicemente più sopportabile l’attuale società; l’LSD è invece una nuova società”
“Salii in ascensore. mi accostai al tramezzo di vetro. Ci saranno stati un centinaio di neonati, che urlavano. Li udivo attraverso il vetro. Senza tregua. Nasci piangendo. La nascita. E poi la morte. A ognuno tocca. Entriamo dentro soli e usciamo fuori soli. E molti di noi, la maggior parte, viviamo soli, spaventati, vite incomplete. Una tristezza senza pari discese su di me. A veder tutta quella carne appena nata che doveva morire. A osservare tutta quella vita che si sarebbe a poco a poco trasformata in odio, in demenza, in nevrosi, in stupidità, in terrore, in omicidio, e infine in nulla…nulla in vita e nulla in morte”
“Non avrei voluto trovarmi all’ippodromo. non avrei voluto trovarmi da nessuna parte. tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla”
“Un giocatore li spende, i suoi soldi, per ogni sorta di cose tranne che per vestirsi: se li beve, se li magna, se li chiava, ma non ci si veste. tanto, basta che non sei nudo e ci hai la grana, ti lasciano puntare”
“Un altro aspetto della stessa cosa: a me seccherebbe moltissimo venir arrestato per uso o detenzione di erba. sarebbe come venir accusato di violenza carnale per aver annusato un paio di mutande stese a sciorinare. insomma, l’erba non è poi questo granchè. buona parte dell’effetto che produce è dovuto a suggestione. vai in alto perchè pensi d’andar in alto. se però alla marijuana si sostituisse della roba qualsiasi del tutto blanda, dallo stesso odore, molti a fumarla s’inebrierebbero lo stesso”: ehy baby, è roba buona questa, altrochè.
per me, ottengo più da un paio di barattoli di birra. non mi drogo non perchè è contro la legge ma perchè mi annoia e fa poco effetto. ammetto però che alcool e marijuana producono effetti diversi. con la bumba invece, lo sai dove ti trovi, io sono della vecchia scuola: mi piace sapere dove sono. ma se tizio e caio preferisocno l’erba, o l’acido, o l’ago, nessuna obiezione da parte mia. affari loro, quel che va bene a loro va bene a me, ecco tutto.
ce ne sono già troppi di sociologi di mezza tacca, al giorno d’oggi. perchè dovrei unire il mio alto ringhio al loro coro di uggiolii? tutti abbiamo udito la donnetta che dice:” oh, è terribile quel che fanno questi giovani a se stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda. poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz’anima, senza culo, nè bocca, nè calore umano, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avranno fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa”
“Tanti vecchi s’incazzano violentemente contro la gioventù di oggi: <diamine! io ho lavorato tutta la vita> (la spacciano come una virtù ma dimostrano quanto sono cretini) <questi giovani vogliono ogni cosa per niente! oziano tutto il giorno, si rimbambiscono con la droga e tirano a campare alle spalle degli altri>
poi tu guardi costui:
amen.
parla per invidia. ecco tutto. a lui l’hanno fregata. gli hanno rovinato gli anni più belli, anche a lui piacerebbe fare come questi giovani, se potesse tornare indietro. ma non può. allora vuole che loro tribolino come ha tribolato lui”
“Questo è quanto. gli erbaioli danno troppa importanza alla loro dannata erba; e il pubblico dà troppo importanza al fatto che quelli fanno uso di erba. intanto i poliziotti si scatenano, gli erbaioli vengono arrestati, gridano all’ingiustizia come martiri, e gli alcolici sono legali, basta che non ne bevi troppi e non ti fai beccare ubriaco per strada, nel qual caso ti sgnaccano dentro. dagli qualsiasi cosa all’uman genere, e loro te la sciupano, al sporcano, ci fanno scarabocchi, graffi, ci vomitano. se l’erba venisse legalizzata, gli Stati uniti sarebbero un pò meno scomodi, am non tanto migliori. fintanto che ci sono tribunali, avvocati, carceri e leggi, verranno adoperati
chiedere loro di legalizzare la droga è come chiedergli di spalmare un pò di vasellina sulle manette prima di infilartele. altro è quello che ti duole: ecco perchè hai bisogno d’erba o di whiskey, o di fruste e calze nere, o di musica a pieno volume tanto frastornante da non poter pensare a niente. ecco perchè occorrono i manicomi o le fiche artificiali o 162 partite di baseball ogni stagione. o il Vietnam o Israele o la paura dei ragni. il tuo amore si lava i denti falsi nel lavandino prima che la scopi”
“Nulla viene creduto finchè non accade la prima volta”: come la bomba atomica o i russi che mandano un uomo nello spazio o Dio che scende in terra e lo mettono in croce quelli stessi che Egli ha creato”
“Pazzia? Certo. Cosa non è pazzia? Non è pazzia la vita stessa? Siamo come giocattoli con la carica, tutti quanti noi…Qualche giro di chiavetta e, quando la molla si scarica, addio…Finchè dura, camminiamo, ci agitiamo, facciamo progetti, eleggiamo le giunte comunali, tosiamo l’erba…Pazzia, ma si, sicuro, cosa non è PAZZIA?
Bevvi il bicchiere di vodka d’un fiato, mi accesi la sigaretta…”
Pubblicato in
Charles Bukowski, 10 libri con tag
alcool,
birra,
bukowski,
corse cavalli,
erba,
fica,
ippodromo,
los angeles,
lsd,
poliziotto,
sesso,
vietnam |