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Le frasi più belle tratte dai libri letti

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Lolita – Vladimir Nabokov

“Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta..
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.”

“I noi lo spirito e la carne si erano fusi con una perfezione che deve risultare incomprensibile ai rozzi, prosaici giovanotti di oggi, coi loro cervelli fatti in serie.”

“I giorni della mia giovinezza, mentre mi volto a guardarli, sembrano volar via da me in un turbinio di pallidi, ripetitivi brandelli, come quelle tormente mattutine di quadratini di carta usata che il viaggiatore vede turbinare nella scia del vagone belvedere.”

“Adesso voglio esporre il seguente concetto. Accade a volte che talune fanciulle, comprese tra i confini dei nove e quattordici anni, rivelino a certi ammaliati viaggiatori – i quali hanno due volte, o molte volte, la loro età – la propria vera natura, che non è umana, ma di ninfa (e cioè demoniaca); e intendo designare queste elette creature con il nome di ninfette.”

“Bisogna essere artisti e pazzi, creature di infinita melanconia, con una bolla di veleno ardente nei lombi e una fiamma ipervoluttuosa perennemente accesa nella sensitiva spina dorsale (oh, quanto bisogna dissimulare e farsi piccoli!) per discernere a prima vista, grazie a segnali ineffabili – il profilo impercettibilmente felino di uno zigomo, la snellezza di una gamba appena velata di lanugine, e altri indizi che la disperazione e la vergogna e le lacrime di tenerezza mi vietano di enumerare – il micidiale diavoletto tra le brave bambine; e lei, non ravvisata dalle sue compagne, posa tra loro a sua volta ignara del proprio fantastico potere.”

“…poco tempo dopo, per salvaguardare me stesso, decisi di sposarmi. Mi venne in mente che gli orari regolari, i pranzi casalinghi, tutte le convenzioni del matrimonio, la profilattica routine della camera da letto e, chissà, l’eventuale fioritura di certi valori morali, di certi surrogati spirituali, avrebbero potuto aiutarmi, se non a purificarmi dalle mie voglie degradanti e rischiose, almeno a tenerle pacificamente a bada.”

“…e poi, senza il minimo preavviso, un’azzurra onda marina si gonfiò sotto il mio cuore, e su una stuoia immersa in una polla di sole, seminuda, sdraiata, e poi in ginocchio, e poi voltata sulle ginocchia, ecco la mia innamorata della Costa Azzurra che mi squadrava al di sopra degli occhiali scuri.”

“Nessun uomo può compiere il delitto perfetto, ma il caso si.”

“Oh, lasciate che faccia un pò il sentimentale, per una volta! Sono così stanco di fare il cinico!”

“Non c’è niente di più rumoroso di un albergo americano”

“Io fumo, invece, e, come diceva il caro dottor Pierce, non ne vado fiera, ma ne vado matta!”

“E pensai fra me che quei tipetti facili dimenticano tutto, mentre noi, vecchi innamorati, serbiamo come un tesoro ogni centimetro della loro ninfità.”

“Permettendo a Lolita di studiare recitazione avevo tollerato, da innamorato inebetito qual ero, che coltivasse l’inganno.”

“Un cambiamento d’ambiente è la tradizionale premessa fallace in cui ripongono le loro speranze gli amori e i polmoni condannati.”

“Sono abbastanza orgoglioso di saper qualcosa da poter ammettere modestamente di non saper tutto.”

“Le inclinazioni artistiche non sono caratteri sessuali secondari, come sostengono certi sciamani e scimuniti; è il contrario: il sesso è soltanto l’ancella dell’arte.”

“Non potevo uccidere lei, naturalmente, come ha pensato qualcuno. Vedete, io l’amavo. Era amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista.”

“Di lei restava soltanto il fievole odor di viole, l’eco di foglia morta della ninfetta sulla quale mi ero rotolato un tempo con grida così forti; un’eco sull’orlo di un precipizio fulvo, con un bosco lontano sotto il cielo bianco, e foglie marrone che soffocano il ruscello, e un solo ultimo grillo fra le erbacce secche.”

“Io ti amavo. Ero un mostro pentapodo, ma ti amavo. Ero ignobile e turpido e tutto quello che vuoi, mais je t’aimais, je t’aimais! E c’erano momenti in cui sapevo come ti sentivi, e saperlo era l’inferno, piccola mia. bambina Lotita, coraggiosa Dolly Schiller.”

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