Frasiarzianti's Blog

Le frasi più belle tratte dai libri letti

Oppenheimer – Kai Bird e Martin J. Sherwin

“Princeton, New Jersey, 25 febbraio 1967. Nonostante il tempo minaccioso e il grande freddo che avvolgeva il Nord-est, seicento persone – premi Nobel, uomini politici, scienziati, poeti, romanzieri, compositori, amici e colleghi di tutti i periodi della sua esistenza – si riunirono per ricordare la vita di J. Robert Oppenheimer e piangere la sua morte.”

“Per Robert non c’erano dubbi su quello che voleva fare: fin da piccolo viveva nel mondo dei libri e della scienza.”

“Quando scoprì che due suoi amici leggevano regolarmente Dante in italiano, Robert per un mese scomparve dai caffè di Gottinga e poi ritornò con una conoscenza dell’italiano sufficiente per leggere Dante ad alta voce.”

“Come Oppenheimer, per arrivare alla radice di un problema Heisenberg usava l’intuizione. Era un giovane stranamente carismatico, il cui scoppiettante intelletto richiedeva attenzione. A detta di tutti, Oppenheimer ammirava Heisenberg e rispettava il suo lavoro. Non poteva sapere che nel futuro sarebbero diventati ombrosi rivali. Un giorno Oppenheimer si sarebbe trovato a riflettere sulla fedeltà di Heisenberg alla Germania in guerra, e a chiedersi se l’uomo fosse capace di costruire una bomba atomica per Adolf Hitler.”

“Non stava cercando una fuga verso una realtà puramente spirituale. Non cercava una religione. Ciò a cui anelava era la tranquillità dell’animo.”

“Qualsiasi considerazione sulle implicazioni postbelliche di un mondo dotato di armi nucleari rimase latente fino al dicembre 1943, quando Niels Bohr arrivò a Los Alamos.”

“La prima domanda di Bohr a Oppenheimer fu: E’ davvero abbastanza grande?. In altre parole, la nuova arma sarebbe stata così potente da rendere inconcepibili guerre future? Oppenheimer capì immediatamente l’importanza della domanda.”

“Per Rotblat ormai non c’era motivo per continuare a lavorare a un’arma di cui non ci sarebbe stato più bisogno per battere i tedeschi. Dopo aver saluto Oppenheimer e aver partecipato a una festa d’addio, lasciò Los Alamos l’8 dicembre 1944.”

“Comunque ci fu una discussione davvero intensa sul perché si continuasse a costruire la bomba dopo che la guerra era stata virtualmente vinta.”

“Che cosa offrirà al mondo questa terribile arma? Stiamo facendo qualcosa di buono o qualcosa di cattivo? Davvero non dobbiamo preoccuparci per come sarà utilizzata?”

“Nessuno potrebbe essere certo della reazione di Oppenheimer se avesse saputo che, all’epoca del bombardamento di Hiroshima, il presidente sapeva che i giapponesi volevano la pace, e che per far finire la guerra in agosto l’impiego delle bombe atomiche sulle città era un’opzione piuttosto che una necessità. Ma sappiamo che dopo la guerra cominciò a pensare che era stato imbrogliato, e che questo pensiero gli servì per ricordare che da allora in poi per lui era un dovere essere scettico su qualsiasi cosa dicessero i funzionari governativi.”

“Quando Oppenheimer lasciò il centro di controllo, si voltò per stringere la mano a Ken Bainsbridge, che lo guardò negli occhi e disse scherzosamente: Ora siamo tutti figli di puttana.”

“Un solo bombardiere e una sola bomba, nello stesso tempo che sarebbe stato necessario a una pallottola per colpire la città, avevano trasformato una città di trecentomila abitanti in una pira di fuoco. Questa era la cosa nuova.”

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