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Le donne – T.C. Boyle

“Ben presto nella vita mi trovai a scegliere tra una schietta arroganza e un’ipocrita umiltà; scelsi l’arroganza” (Frank Lloyd Wright)

“All’epoca di automobili non ne sapevo granchè (come oggi, se è per questo) ma fu un’automobile che nell’autunno del 1932 mi portò a Taliesin, attraverso un paese che, a tratti lussureggiante di alberi, covoni e fattorie, passando da città con nomi come Black Earth, Mazomanie e Coon Rock, dove nessuno a memoria d’uomo aveva mai visto la faccia di un giapponese. O di un cinese.”

“Evidentemente, ero stato preso dalla trance del guidatore, braccia e gambe che si muovevano per conto loro, il cervello in panne, e tutto ciò che potevo fare era svoltare a sinistra, poi a destra e poi ancora a sinistra, finendo davanti al solito granaio a cui passavo accanto nella mia rombante automobile lucida, diventata ormai il mio purgatorio e la mia prigione.”

“Non potei fare a meno di pensare al tropo di Schelling, secondo cui la grande architettura è come musica congelata, musica nello spazio, perchè era esattamente quello, e non si trattava di un semplice pezzo da camera, ma di una sinfonia con un coro di cento elementi, la casa diu Wrieto-San, la sua abitazione e il suo rifugio. Dove ero stato invitato come apprendista dal Maestro.”

“…ma mi tratteneva un’innata incertezza, timidezza, se volete, o congenita predisposizione culturale al rispetto delle regole o delle norme della società che dir si voglia.”

“Era vestito come un dandy diretto a una mostra d’arte: basco, mantello, camicia dal collo rigido, mollettiere di lana e un bastone di malacca che usava un pò per eleganza, un pò per darsi un tono. I capelli, una massa di nembi e cirri, gli scendevano fin sul colletto.”

“Harvard prende gli studenti quando sono prugne perfettamente mature e li trasforma in prugne secche.”

“Sapevo fare quello che sanno fare tutti gli scapoli in qualsiasi parte del mondo: il minimo. uova sode. Bistecca girata e voltata nel tegame. Panino con hamburger.”

“Accennai un inchino ma la mano si allungò verso la mia per l’inevitabile stretta, il rituale di saluto a metà strada fra l’amichevole e l’aggressivo oltre che assolutamente antigienico con cui gli uomini di questo paese si misurano e si soppesano a vicenda.”

“A volte me ne stavo seduto per ore a sognare su un foglio di carta finchè non vedevo cose che nessun altro riusciva a vedere, guidato da compasso, goniometro e righello, le ginocchia sotto il tavolo che si muovevano agitate, anelando con tutto il mio essere alla coerenza. Era una cosa che mi incantava, una forma di magia, una scossa elettrica che partendo dal cervello arrivava alla mano e alla matita finchè la pagina non si animava.”

“nove anni. Per nove anni vissi accanto alla grandezza, accanto all’uomo capace di mettersi al tavolo da disegno e buttar giù il progetto per quella che forse era l’abitazione più significativa del secolo come se ce l’avesse in mennte da sempre (sto parlando della casa sulla cascata) con il cliente esasperato in viaggio da Milwaukee che da un momento all’altro sarebbe arrivato sul viale di casa. lo vidi con i miei occhi. Gli passavo i fogli, gli temperavo le matite, sbirciando da dietro le sue spalle insieme a un’altra mezza dozzina di giovani con un rispetto prossimo alla venerazione.”

“Era un giorno di pioggia, le grigie strisce piovane dipingevano la media distanza come una tela pointilliste, figure curve che avanzavano per le strade sotto il riparo degli ombrelli, le previsioni parlavano di neve in arrivo”

“Uno sguardo, tutto qua, ma quello che vide gli piacque. Lei era senza cappello, pochissimo trucco, i capelli con la riga in mezzo raccoli in uno chignon, uno scialle di pizzo sulle spalle. Prese nota di tutto, della semplicità del vestito e del suo stile, una sorta di purezza e di fiducia nella propria bellezza che sovrastava tutte le altre matrone cotonate, imbellettate e incappellate, e del modo in cui si muoveva, una donna giovane, alta, sulla ventina, che scivolava al suo posto a uno spettacolo di balletto con grazia ballettistica tutta sua.”

“Ma non era soddisfatto. Non ancora. Nemmeno vagamente. Aveva bisogno di… complicazione. Amore, sì. Sesso, certo. ma anche qualcosa d’altro, una storia piena di tensione, tormentata.”

“Nè a Los Angeles e nemmeno nel provinciale avamposto di San Diego trovò un medico in grado di aiutarla, solo omiciattoli, tipi piagnucolosi che si torcevano le mani, un esercito di uomini calvi, effemminati e occhialuti terrorizzati dalla legge, come se quella legge avesse più diritto di esistere del proibizionismo, perchè chi era il governo federale per imporre alla gente quello che poteva e non poteva fare del proprio corpo, della propria mente, di bisogni, desideri e impulsi personali?”

“…poi finalmente arrivarono i Martini, lo shaker imperlato, il gambo delicato dei calici, l’oliva infilzata su uno stuzzicadenti, e Miriam sentì che la pace calava su di lei come il sipario alla fine di una commedia.”

“Parigi d’inverno. Parigi a Natale. Il profumo delle caldarroste nelle strade, la luce livida del pomeriggio, vita vera, cibo vero, bouillabaisse, foie gras, les fromages.”

“Non c’è rosa senza spine. La cosa importante è non farsi buttare giù”

“E ti dico una cosa, tu puoi trarne le le tue conclusioni, ma se vuoi il mio consiglio metti giù la testa e lavora, fino ad aggiungere stanchezza a stanchezza e non guardarti mai indietro. Mai.”

“Ma d’altronde qual è l’uomo che, almeno qualche volta, non si è scoperto profondamente disilluso da una moglie distratta, dai risvegli notturni e dai pannolini, per non parlare degli ululati e delle devastazioni materiali di un bambino piccolo?”

“Guidava la grande massa luccicante della Cadillac pr la campagna, diretto a ovest, terrorizzandola a ogni curva perchè andava sempre troppo forte, come se lo scopo della guida non fosse arrivare sani e salvi da qualche parte ma sfidare tutte le leggi della strada, producendosi per tutto il tempo in un monologo.”

“le porte si spalancarono, la ressa si aprì e lei si ritrovò ancora una volta nel tempio della giustizia, statue eroiche che si ergevano davanti, colonne scanalate, pavimenti di marmo, gente che si voltava a guardarla. I passi risuonavano sulle piastrelle. Rimbombavano. Urlavano la sua colpevolezza.”

“Non aveva neanche trentanni e si sentiva come se ne avesse sessanta. Cominciò a odiare il sole che sorgeva tutte le mattine a est. Era tutto insapore, come sabbia. Polvere. Terra nella sua bocca.”

“E’ difficile spiegare, ma sta di fatto che in tutte le epoche, di prosperità o di ristrettezze, la gente (soprattutto i giovani, e allora io ero giovane, giovane e inesperto) vuole disperatamente trovare una propria nicchia, credere in una visione, far parte di qualcosa di più grande di loro. E io non ero diverso.”

“La donna deve obbedire al padre da giovane, al marito nell’età adulta e al figlio in vecchiaia”

“…lui e la sua macilenta famiglia capirono di non essere più in grado di sbarcare il lunario sudando sulle zolle e andarono a ingrossare le orde di pezzenti che andavano a ovest verso le promesse californiane.”

“Europa 1914. In Europa c’era una guerra in corso, l’arciduca Ferdinando era stato assassinato, i vecchi equilibri si stavano rompendo, si scavavano trincee, indigenxza, terrore e rovina si allargavano sempre più come cerchi nell’acqua di uno stagno ma la notizia l’aveva toccato si e no. Niente lo toccava davvero.”

“Chi erano quelle persone per pensare di poter invadere la sua vita, con le migliori intenzioni o meno? Era quella la notorietà? Era questo che significava essere famosi? Gente che si intrometteva nella tua vita privata come tanti parassiti, che ti frugava nell’anima, insinuandosi fra due sottili fogli di carta?”

“Oh le carte che il Fato ci serve! Amore e morte in un equilibrio perfetto, crudele, crudele.”

“Si lavò alla meglio, di umore pessimo, pensando che per mettere a tacere lo stomaco aveva bisogno di tè e pane tostato, ma mentre si spazzolava i capelli davanti allo specchio, cento colpi, mattino e sera, proprio come le aveva insegnato sua madre, si sentì una debolezza nel ventre e dovette sedersi un momento.”

“Lei aveva altro da fare, aiutarlo, guidarlo attraverso le secche dell’ineleganza e dell’indelicatezza verso il porto sicuro dell’educazione, dell’eleganza, del contegno.”

“La gomma è lo strumento più importante per la progettazione architettonica.”

“L’architettura esiste non tanto per la struttura quanto per lo spazio che racchiude.”

“L’amore è una cosa morale anche senza un matrimonio a norma di legge, mentre il matrimonio senza amore è immorale.”

“E se una donna diventa madre senza aver conosciuto la pienezza dell’innamoramento, lo vive come un’umiliazione; perchè nè il figlio, nè il matrimonio, nè l’amore possono bastarle, soltanto il grande amore può appagarla.”

“Era sempre il solito busillis: come realizzare ciò che vedeva con gli occhi della mente, come erigere dalla terra qualcosa di bello che la gente potesse guardare e ammirare per tutto il secolo successivo, senza aver prima trovato i soldi per portarlo a compimento. Soldi. Era sempre un fatto di soldi.”

“Come pensavano che potesse vivere, quei modelli di virtù imprigionati nelle loro piccole vite infelici e nei loro matrimoni morti e privi di amore come i tappeti che ricoprivano i pavimenti di quei buchi insulsi che loro chiamavano casa?”

“Leggi e regole sono fatte per la media. L’uomo comune non può vivere senza regole che governino la sua condotta. Vivere senza regole è infinitamente più difficile, ma è ciò che l’uomo veramente onesto, sincero e pensante è costretto a fare.”

“Donne. Ti spremevano, oh, se ti spremevano. Ti spremevano. Ti spremevano. Finchè non ti rimaneva nemmeno una goccia.”

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