Frasiarzianti's Blog

Le frasi più belle tratte dai libri letti

Ebano – R. Kapuscinski

“Questo non è un libro sull’Africa, ma su alcune persone che vi abitano, sui miei incontri con loro, sul tempo trascorso insieme. E’ un continente troppo grande per poterlo descrivere. E’ un vero e proprio oceano, un pianeta a parte, un cosmo eterogeneo e ricchissimo. E’ solo per semplificare, per pura comodità, che lo chiamiamo Africa. In realtà, a parte la sua denominazione geografica, l’Africa non esiste.”

“La prima cosa che colpisce è la luce. Luce dappertutto, forte, intensa. Sole dappertutto.”

“Ma l’odore dei tropici è un po’ diverso. Di colpo ne percepiamo il peso, la corposità vischiosa. Ci segnala subito che ci troviamo in un punto della terra dove una biologia esuberante e instancabile lavora, produce, prolifera e fiorisce senza sosta e senza sosta si ammala, si decompone, si tarla e marcisce.”

“Non posso mangiare senza leggere, devo sempre avere un libro aperto davanti.”

“L’europeo si sente al servizio del tempo, ne è condizionato, è il suo suddito”

“E’ per questo che, salendo in autobus, l’africano non chiede quando si parte. Sale, occupa un posto libero e sprofonda immediatamente nello stato in cui trascorre buona parte della propria vita: l’attesa passiva.”

“Il problema dell’Africa è il contrasto fra l’uomo e il suo ambiente, tra l’immensità dello spazio (più di trenta milioni di chilometri quadrati!) e il suo abitante, un uomo inerme, scalzo e miserabile. Da qualunque parte si guardi, distanze immense, deserti, solitudine, l’infinito.”

“Dato che lo svolgimento e l’atmosfera dei convenevoli hanno un ruolo fondamentale sull’evolversi dei rapporti, qui si attribuisce una grande importanza al modo di salutarsi. L’essenziale è mostrare fin dall’inizio, fin dal primo istante, un’immensa, spontanea gioia e cordialità.”

“Noi crediamo – dice Kwesi – che l’uomo si componga di due elementi: del sangue che eredita dalla madre e dello spirito infuso dal padre. Dato che il più forte tra questi due fattori è il sangue, il bambino appartiene non al padre, ma alla madre e al suo clan.”

“La terra è sacra. La terra dà agli uomini la vita e tutto ciò che da la vita è sacro.”

“Quanto in Europa, e ancor di più in America, l’individualismo è un valore apprezzato, tanto in Africa è sinonimo di disgrazia e di maledizione.”

“Si, il Nero che mi guardava doveva certo pensare: Un Bianco, quello che mi ha portato via tutto, che ha bastonato mio nonno e violentato mia madre. Eccolo lì, guardalo bene.”

“Continuammo il nostro viaggio. Si era fatta notte. Le fasi del giorno che in Europa chiamiamo crepuscolo e sera qui durano pochi istanti, anzi praticamente non esistono. E’ giorno e, un attimo dopo, è notte, come se qualcuno spegnesse il sole con un giro di interruttore. La notte è subito notte fonda.”

“L’avvento del cristianesimo e dell’Islam ridusse questo lussureggiante mondo di poesia e di storia a qualche decina di nomi tratti dalla Bibbia e dal Corano. Da allora ci furono solo dei James e dei Patrick, o degli Ahmed e degli Ibrahim.”

“D’altra parte sapevo anche che le esplosioni sociali, paragonabili a un’acqua cheta e stagnante che inizi ad agitarsi e a ribollire, sono sempre momenti di caos, di disordine e di subbuglio incontrollabili, in cui è facile morire per colpa della confusione, per uno sbaglio, per non avere capito qualcosa o per non essersene accorti in tempo. In giorni come questi il caso riveste un ruolo fondamentale, diventa il padrone e il sovrano della storia.”

“Per dei giornalisti sono momenti frustranti: avere in mano informazioni di portata mondiale e non poterle diffondere.”

“Io voglio abitare in una città africana, in una strada africana, in una casa africana. Come posso, altrimenti, conoscere questa città, questo continente?”

“Dopo una giornata di caldo torrido e senza cibo si è deboli, intorpiditi. Uno stordimento, un torpore interno quasi provvidenziale e senza il quale l’uomo non ce la farebbe a resistere: la componente biologica e animalesca della sua natura divorerebbe quanto in lui resta di umano.”

“Qui, poco o molto che sia, il cibo scompare in un batter d’occhio. Si mangia tutto, senza lasciare una briciola. Nessuno mette niente da parte. E del resto, dove conservare, dove chiudere le provviste? Si vive alla giornata, ora per ora, ogni giorno è un ostacolo da superare oltre il quale la mente umana si rifiuta di andare, di far progetti, di fantasticare.”

“E’ in questi quartieri, in questi mostruosi Papiers maches africani fatti con quello che capita, e non h Manhattan o nella Defense parigina, che l’immaginazione, l’ingegnosità e la fantasia umane toccano il loro apice. Intere città tirate su senza un solo mattone, senza un ferro, senza un metro quadrato di vetro!”

“Nel deserto, la prima cosa che vediamo aprendo gli occhi al mattino, è il volto del nostro peggiore nemico: il volto infuocato del sole. Questa vita spinge immediatamente l’istinto di conservazione a cercare dell’acqua: bere, bere!”

“Ma che significa: morire in masse? L’uomo muore sempre solo, il momento della morte è il più solitario della sua esistenza. “Morire in massa” significa semplicemente che, mentre un uomo muore solo, nel medesimo istante ne muore da solo anche un altro. E altrettanto solitariamente, un altro ancora.”

“Sopravvivono in qualche modo. “In qualche modo” è l’espressione che meglio definisce la precarietà, l’insicurezza della loro situazione: in qualche modo si vive, in qualche modo si dorme, in qualche modo, ogni tanto, ci si nutre.”

“Qui la civiltà moderna non ha portato nulla: né luce elettrica, né telefono, né televisore. L’unica cosa che ha portato sono le armi automatiche.”

“Le montagne del Ruanda irradiano calore e dolcezza, seducono con la bellezza e il silenzio, con l’aria ferma e cristallina, con la pace e la perfezione di linee e di forme.”

“Il nostro mondo, in apparenza globale, in fin dei conti non è che un pianeta di migliaia e migliaia delle più svariate province che non si incontrano mai. Girare il mondo significa passare da una provincia all’altra, ognuna delle quali è una solitaria stella che brilla per conto proprio.”

“Ma anche se, invece che di un milione, si fosse trattato di un solo innocente, non sarebbe forse sufficiente per dimostrare la presenza del diavolo e per dire che, nella primavera del 1994, il diavolo si trovava in Ruanda?”

“In Europa a ogni guerra sono dedicati scaffali di libri, archivi zeppi di documenti, sale speciali nei musei. In Africa non esiste niente del genere. Per lunga e terribile che sia, qui la guerra sprofonda rapidamente nel dimenticatoio. Appena finita, le sue tracce spariscono: bisogna seppellire subito i morti, costruire nuove capanne al posto di quelle bruciate. Documenti? Non ce ne sono mai stati.”

“Qui la storia compare all’improvviso, piomba come un deus ex machina, raccoglie la sua messe cruenta, miete le sue vittime e sparisce senza lasciare tracce.”

“La gente non muore di fame perché il mondo non ha abbastanza cibo: di cibo ce n’è in abbondanza, quanto se ne vuole. Ma tra chi ha fame e i magazzini stracolmi si erge un ostacolo insormontabile: il gioco politico.”

“Chi ha le armi ha il cibo, chi ha il cibo ha il potere. Questo è un mondo di gente che non discetta sulla trascendenza e l’essenza dell’anima, sul senso della vita e sulla natura dell’esistenza. Siamo in un mondo dove l’uomo striscia nel fango alla ricerca di un chicco di grano per sopravvivere fino al giorno dopo.”

“Questa è la sua prima lezione: il mondo parla, e parla in molte lingue che bisogna continuamente apprendere.”

“La natura è qualcosa che è inutile contrastare o tentare di correggere e di cui non ci si libera.”

“Qui la vita è uno sforzo continuo, un incessante tentativo di trovare un fragile, pericolante equilibrio tra la sopravvivenza e la distruzione.”

“La storia commette sbagli, devia, cerca, talvolta si caccia in vicolo cieco. Solo il futuro potrà valutare, vedere le cose nelle giuste proporzioni.”

“Come può l’Africa svilupparsi, partecipare alle grandi trasformazioni del mondo senza cervelli pensanti, senza una propria classe media di intellettuali?”

“La forza dell’Europa e della sua cultura, al contrario di molte altre culture, risiede anzitutto nella sua capacità critica e soprattutto autocritica, nella sua arte di indagare e di analizzare, nelle sue continue ricerche, nella sua inquietudine. La mentalità europea riconosce di avere dei limiti, accetta la sua imperfezione, è scettica, dubbiosa, si pone interrogativi. Le altre culture sono prive di questo spirito critico.”

“Un continente eterno, chiuso e isolato, una terra di boschi di banani, di magri campicelli di manioca, di giungle, dello sterminato Sahara, di fiumi in via di prosciugamento, di foreste che si diradano, di mostruose città malate: una zona del mondo carica di un’elettricità inquieta e violenta.”

“L’Africa è tutta in movimento, in cammino, dispersa: gli uni scappano dalla guerra, altri dalla siccità, altri ancora dalla carestia. Scappano, vagano, si perdono.”

“Di solito non occorreva che si trattasse di un Dio preciso e concreto, da chiamare per nome e al quale attribuire un aspetto e qualità precise. Si trattava di qualcos’altro: della fede incrollabile nell’esistenza di un Essere Supremo che, oltre a creare e governare, infonde all’uomo una sostanza spirituale che lo innalza sopra il mondo degli animali privi di ragione e delle cose senza vita.”

“Si parte. Da principio il treno costeggia la vecchia Dakar coloniale, stupenda e pittoresca città di mare dai colori pastello, situata su un promontorio circondato da spiagge e terrazze: somiglia un po’ a Napoli, un po’ ai quartieri residenziali di Marsiglia e un po’ alle periferie eleganti di Barcellona.”

“In questa cultura tutto assume la forma di un regalo, di un’offerta che esige la sua ricompensa.”

“Guardando Madame Diuf, la sua onnipresenza, la sua dinamica sovranità, il suo monopolio e la sua spietata onnipotenza, mi resi conto di quanto fosse cambiata l’Africa. Ripensavo ai miei viaggi con quel treno anni prima: a quei tempi ero sempre solo nello scompartimento, nessuno osava turbare la tranquillità né limitare le comodità di un europeo. Ora invece, la proprietaria di una bancarella a Bamako la faceva da padrona. Scacciava dallo scompartimento tre europei senza batter ciglio, dimostrando che per loro non c’era più posto.”

“Ma nella mentalità africana questo tempo non esiste, nel tempo africano non c’è posto per il peccato. Perché due sono i casi: o non ho fatto niente di male, in quanto non sono stato scoperto, oppure, nel momento stesso in cui il male viene rivelato, esso viene anche punito e automaticamente cancellato. Delitto e castigo vanno qui di pari passo, formano un tutto indivisibile, senza zone intermedie. Nella tradizione africana non c’è posto per i tormenti e i drammi di Raskolnikov.”

“Il mercato di piazza invece è un mondo completamente diverso: è un evento naturale, spontaneità, improvvisazione. Una festa popolare, un concerto all’aperto.”

“Qui il limite della memoria è anche il limite della storia. Prima non c’è niente. Il prima non esiste. La storia è ciò che si ricorda.”

“Qui nulla mitiga i rapporti tra uomo e natura: non esistono compromessi, gradualità, stadi intermedi. E’ una continua battaglia per la morte o la vita. Dalla nascita fino alla morte l’africano è sempre al fronte, sempre in lotta contro la natura ostile del suo continente; e il fatto stesso di esistere, di sopravvivere, è già di per sé la sua vittoria più grande.”

“L’Africa è l’eterna durata.”

“Al levarsi del giorno, sulla terra appaiono contemporaneamente il sole e l’ombra dell’albero. Il sole sveglia la gente, che subito comincia a sfuggirlo, a cercare riparo all’ombra.”

“Non so se qualcuno di voi si sia mai trovato faccia a faccia con un elefante: non allo zoo o al circo, ma nella boscaglia africana, dove l’elefante è sovrano incontrastato. Alla sua vista l’uomo è pervaso da un terrore mortale.”

“Tutti rientrarono in silenzio nelle capanne e i ragazzi spensero le luci sui tavoli. Era ancora notte, ma già si avvicinava il momento più abbagliante dell’Africa: quello dell’alba.”

 

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